Fatti di Roma

TAPPA A ROMA PER LA CONFERENZA SUL FUTURO DELL’EUROPA

Oltre 52mila partecipanti alla piattaforma digitale e quasi 650mila ai 6.406 eventi organizzati, che hanno prodotto finora 17.504 idee, 21.823 commenti e 72.354 approvazioni. A poco meno di un mese dell’appuntamento conclusivo, l’ultima plenaria in programma il prossimo 9 maggio, la Conferenza sul futuro dell’Europa fa tappa a Roma con una grande assemblea organizzata nella sala della Protomoteca del Campidoglio aperta a tutti i cittadini e molto partecipata dagli studenti dei licei romani. A raccogliere proposte e idee e rispondere a domande e curiosità dei ragazzi sono stati il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, il sottosegretario agli Affari europei, Enzo Amendola e il sottosegretario alla Cooperazione internazionale, Benedetto Della Vedova.

“Sono molto contento e orgoglioso di accogliere a Roma, città europeista per definizione, antonomasia e storia, uno degli eventi clou della Conferenza che vede l’Italia partecipare in modo molto attivo con tante proposte e idee: la nostra città vuole essere attivamente presente in questo dibattito importante che va seguito in queste settimane finali”, ha detto Gualtieri.

Lo strumento della Conferenza, ha spiegato il sindaco, “vede coinvolti i cittadini con un ruolo propositivo al fianco delle istituzioni ascoltandoli con una formula innovativa, una rappresentanza di 108 cittadini nella plenaria con una voce diretta affianco a quella mediata degli enti locali, dei Parlamenti e dei Governo”. L’idea di fondo, ha sottolineato il primo cittadino della Capitale, “è quella che il Parlamento prenda i risultati della conferenza e inviti il Consiglio dell’Unione a fare una convenzione, che è il primo step per la riforma dei trattati. È bello che vengano dall’Italia alcune tra le proposte più interessanti sulla tassazione, il lavoro e i salari, con il salario minimo europeo che è già all’attenzione della Commissione”.

Per Gualtieri “la società civile europea è stata molto netta nel chiedere un bilancio comune e un salto di qualità generale, è stato già chiesto durante la pandemia. Le opinioni pubbliche sono cambiate e i tempi sono maturi”. Per Amendola “Roma è al centro della ricostruzione europea e non poteva non ospitare la Conferenza, una piattaforma digitale aperta in cui i cittadini possono convogliare idee e priorità: un primo esercizio di democrazia partecipativa dal basso. Oggi il futuro dell’Europa si gioca sulla sfida dell’utilizzo delle armi e della guerra contro i diritti dei popoli, su un’Unione che comprenda la sanità, la politica fiscale, l’energia, il governo economico ma prima tutto la pace e la convivenza libera e democratica dei popoli. E Roma è la tappa più simbolica, perché da qui parte un messaggio verso l’assemblea conclusiva del 9 maggio”. Da qui a quella data, l’appello del sottosegretario, “raccogliamo idee e suggestioni e poi bisognerà riflettere non dal punto vista teorico, ma affinché questa conferenza continui e si trovino le formule per costruire ancora di più questo legame di partecipazione tra cittadini, Governi, Parlamenti nazionali ed europeo e affinché poi ci sia la spinta per cambiare i trattati: l’allargamento dell’Unione, nuove istituzioni più democratiche, un Parlamento più dentro la legislazione europea. Sassoli diceva che l’Europa non è un incidente della storia ma il modo in cui i popoli rispondono al bisogno di pace, solidarietà e unione in un contesto sempre più competitivo a livello globale, e noi dobbiamo difendere la nostra carta d’identità: la libertà, la democrazia, la partecipazione”.

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