Angolo della Salute

SSN IN ERA POSTCOVID: LUCI, OMBRE. PROPOSTE INNOVATIVE – INCHIESTA IN DUE PUNTATE (SECONDA PARTE)

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A mio giudizio, in primis va radicalmente riformato il sistema di lavoro del MMG soprattutto nelle grandi e problematiche aree metropolitane nazionali, introducendo ex Lege un massiccio passaggio – previo concorso pubblico selettivo e riservato – alla dipendenza SSN (attualmente i MMG sono tutti lavoratori libero-professionisti autonomi di tipo parasubordinato e con partita IVA): in questo modo si creerebbe un doppio binario nella medicina generale territoriale, laddove il MMG diventato dipendente diventerebbe un medico ASL e quindi molto più controllabile e sottoposto a direttive molto più coigenti e stringenti da parte del Direttore Sanitario Aziendale della sua Asl di riferimento. In cambio egli riceverebbe maggiori vantaggi economici (salario, straordinario, studio medico Asl, libera professione intramuraria e relativa indennità ecc), nonché di tutela previdenziale ed infortunistica INAIL (attualmente assente): tuttavia, nella mia ipotesi di riforma lo si indirizzerebbe preferenzialmente ad occuparsi di 1-2 preferenzialmente gruppi di polipatologie croniche mediante una continua specializzazione da effettuare sul campo, Naturalmente, questo andrebbe associato ad un lavoro di equipe (gruppi di MMG, case della salute, ecc) e dovrebbe prevedere anche la cooperazione con il MMG di infermieri e dipendenti amministrativi per snellire e fluidicare il lavoro nonchè ridurre il suo intenso carico burocratico.

Viceversa, chi tra i MMG non volesse passare alla dipendenza ma desiderasse invece  rimanere nell’ attuale regime di lavoro autonomo parasubordinato, continuerebbe a rimanere negli ambiti della Convenzione esistente ma verrebbe posta gradualmente come categoria ad esaurimento nel corso degli anni.

Strettamente legati alla efficacia ed efficienza della Medicina del Territorio come ho spiegato sopra, i Pronto Soccorso – DEA, ne vedo il loro TRASFERIMENTO FUNZIONALE ED AMMINISTRATIVO (non fisico) dall’ Ospedale/Policlinico alla ASL di riferimento del territorio, che così ingloberebbe nello stesso PROCESSO EMERGENZA – URGENZA anche il sistema della Ambulanza e 118 (facendo scomparire la necessità del sistema aziendale tipo ARES 118 nel Lazio), nonché la cd “Guardia Medica” fatta attualmente di pochi e spesso isolati e demotivati medici libero-professionisti autonomi. Anche la Guardia Medica – che attualmente per contratto copre i periodi notturni 20-8, i prefestivi ed i festivi –  dovrebbe secondo la mia ipotesi tendenzialmente essere messa ad esaurimento con il passaggio alla dipendenza SSN (mediante concorso selettivo pubblico).

Uno dei principali vantaggi di questo radicale ed epocale  cambiamento della medicina territoriale che incontrerà a mio giudizio profonde avversioni soprattutto da certa parte del sindacalismo medico di categoria, sarebbe comunque che tutta la PRESA IN CARICO DEL CITTADINO/UTENTE (dal MMG alla Guardia Medica ed al Pediatra di Libera Scelta per transitare alle Ambulanze del 118 e per finire al sistema dei Pronto Soccorso/DEA) si muoverebbe intorno ai dati del GIPSE (unico vero Fascicolo Sanitario Elettronico attualmente esistente nel Lazio), che è oggi attualmente in uso solo nei PS/DEA ma che idealmente ed opportunamente integrato, potenziato e migliorato con i vari livelli di accesso ed autorizzazione/accreditamento, arriverebbe ad essere usato oltre che da medici dei PS/DEA del Lazio, finanche dai MMG, Pediatri di Libera Scelta, Medici di Guardia Medica, Medici cd “SUMAI” del territorio e Medici del sistema 118 ed ovviamente anche dal corrispondente personale infermieristico. In cima alla piramide così descritta io naturalmente continuo a vedere il DISTRETTO SANITARIO che fa capo attualmente alla DIREZIONE SANITARIA AZIENDALE della Asl territoriale, anch’ esso con una estensione dotata di accrediti del GIPSE di cui sopra. Il Distretto Sanitario della Asl rappresenterebbe così un unicum decisionale (con i dati sanitari del suo territorio in tempo reale disponibili sulla sua cabina di comando digitale) e con tutto un sistema di alert sanitari da condividere con il livello Ministeriale e Regionale sovraordinato.

In realtà questo sistema riformato di profonda digitalizzazione delle Asl romane e laziali (vero banco di prova per tutto il Paese), per funzionare adeguatamente a sua volta andrebbe potenziato mediante risorse umane, finanziarie e dotazioni tenologiche: esso genererebbe una enorme massa di dati informatici SANITARI sensibili, aggiornati in tempo reale (big data), a loro volta suscettibili di interpretazioni accurate e precise mediante algoritmi matematici: pensiamo per esempio che utilità avrebbe avuto poter disporre già oggi di questo tipo di organizzazione in un momento così delicato per l’ Italia come la pandemia Covid 19 !!

La riforma sanitaria che propongo sarebbe una vera rivoluzione copernicana, che sposterebbe finalmente il BARICENTRO del SSN nuovamente nel territorio e che così lascerebbe liberi ospedali e policlinici di tornare a fare il loro mestiere vero e cioè curare i malati acuti in regime di degenza con i relativi ambulatori per il follow-up e senza frammischiare pericolosamente i compiti sanitari tra territorio ed ospedali per acuti, cosiccome sta succedendo purtroppo da parecchi anni nella nostra sanità con risultati disastrosi.

Per poter fare questa profonda riforma sanitaria, bisognerebbe, tuttavia, disporre di molte risorse economiche anche al fine di investire potentemente sulla selezione e reclutamento dei giovani professionisti (medici, infermieri ed amministrativi e tecnici), sulla implementazione di tecnologia moderna ed innovativa e per convincere i sindacati delle categorie mediche. Un modello che forse può trovare giovamento mediante un corretto uso delle risorse UE (Recovery Fund, MES). Una ipotesi di riforma che può essere importante se sperimentato e validato inizialmente almeno in TRE REGIONI (nord, centro e sud) e che può essere esteso anche ad altri Paesi della UE.

Dott. Francesco Russo
Ricercatore Confermato – Dipto Scienze Chirurgiche – Università di Roma Tor Vergata

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