Fatti di Roma

SOCIALE; STAZIONI FERROVIARIE FOTOGRAFIA DEL DEGRADO DI ROMA

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La foto dei senzatetto che fanno i loro bisogni davanti gli ingressi delle stazioni ferroviarie di Roma e Milano hanno fatto in brevissimo tempo il giro di web e social, denunciando sempre più l’emergenza degrado delle nostre metropoli.

Il comunicato stampa del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane riporta   “nella zona circostante la stazione Termini, nonostante il gruppo FS si prenda cura giornalmente del disagio sociale con numerose attività ed intervenga con la protezione aziendale e le forze dell’ordine per assicurare all’interno dello scalo sicurezza e pulizia, incombe la trascuratezza. Purtroppo è un pessimo biglietto da visita per la città nell’anno del Giubileo, ma quanto accade fuori della stazione è competenza delle autorità locali. Le Ferrovie dello Stato denunciano anche aggressioni al personale e danneggiamenti al suo patrimonio”

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Le stazioni ferroviarie, da sempre ricovero di senza fissa dimora, ora sono letteralmente invase da profughi in transito, perchè, come dichiara l’assessore alle Politiche Sociali di Roma Capitale  Francesca Danese “Roma è l’epicentro dei flussi migratori, che usano l’Italia come ponte per raggiungere il Nord Europa : si tratta di persone che non vogliono essere identificate nel nostro Paese e questo rende più difficile intervenire con risposte concrete e veloci. Crediamo nell’accoglienza e nella solidarietà ma un singolo ente locale non può governare un fenomeno  internazionale così straordinario e con numeri impressionanti. La questione va affrontata urgentemente. Non intendiamo sottrarci alla sfida, ecco perchè abbiamo chiesto alla Prefettura e al Ministero degli Interni la costituzione di un tavolo urgente dove abbiamo portato proposte che sono al vaglio in queste ore”.

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A mettere ulteriormente sotto il riflettore questa situazione emergenziale è stato il caso della stazione Tiburtina, dove circa 200 migranti eritrei e somali soggiornavano da alcuni giorni in un improvvisato campo profughi: non c’era posto per loro nel centro Baobab di via Cupa ( che può ospitare 210 persone) e dunque si erano accampati alla meglio sotto i platani del piazzale, tra loro anche bambini ed una donna incinta. All’arrivo della polizia sono scappati quasi tutti: hanno avuto paura, quella paura alimentata dalla incapacità di esprimersi e di capire la lingua, quel sentirsi fuori da ogni realtà conosciuta.

L’emergenza immigrazione si va così ad aggiungere alla povertà delle nostre città, ai tanti vecchi e nuovi poveri che cercano rifugio di notte e qualche spicciolo di giorno: le stazioni sono il luogo prescelto, il trampolino di lancio per un futuro migliore, anche se non sanno, i migranti, che fino al 15 giugno non potranno varcare la frontiera italiana a causa della sospensione degli accordi di libera circolazione per il G7…e dopo chissà.

Daniela Pieri

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