Fatti di Roma

SOCIALE: DA CASA AL PLURALE IL DOSSIER: “QUANTO COSTA UNA CASA FAMIGLIA?”

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Dal preparare e condividere i pasti all’affrontare anche le corse in ospedale o i problemi di tutti i giorni, fino al mettere a letto i più piccoli la sera: in sostanza dare una a 1500 minori e a 380 persone con disabilità – ed essere così famiglia per chi la famiglia non ce l’ha – è ciò che le case famiglia di Roma e del Lazio fanno quotidianamente. Ma quanto costa tutto questo, qual è il prezzo del prendersi cura dei cittadini più fragili della Capitale e della Regione Lazio?

Secondo il dossierQuanto costa una casa famiglia?” di Casa al Plurale, illustrato oggi in Campidoglio, il costo totale al giorno per una casa famiglia per minori tra gli 0 – 12 anni, che può accogliere fino a 8 ragazzi, è pari a 174,30 euro per ospite, mentre la retta attuale del Comune di Roma invece, ferma al 2009, prevede per la fascia 0-18 anni uno stanziamento di 69,75 euro al giorno per ogni ospite. Per una casa famiglia per persone con grave disabilità, invece, il Comune di Roma stanzia 144,15 euro al giorno per ciascun ospite contro i 248,59 euro calcolati dal dossier.

Questo ha come conseguenza l’impossibilità di retribuire adeguatamente (secondo gli standard dettati dalla legge) le figure professionali che operano in questi settori, come educatori professionali, assistenti sociali e psicologi. Il costo ministeriale di un’ora di lavoro di un assistente sociale è, infatti, di 21,17 euro, mentre con le rette attuali del Comune di Roma sarebbe possibile stanziare solo 3,22 euro per un’ora di lavoro, il che equivale a un netto per lavoratore pari a 1,54 euro di paga oraria base se si parla di una casa famiglia per minori. Nel caso di quella per persone con gravi disabilità, invece, tenendo conto esclusivamente delle rette attuali del Comune di Roma, la retribuzione per un’ora di lavoro risulterebbe essere di soli 8,10 euro, il che equivale a un netto per il lavoratore pari a 3,86 euro di paga oraria di base.

Il dossier “Quanto costa una casa famiglia?” è stato realizzato da Casa al Plurale con il contributo di Federsolidarietà, Lega Coop Lazio, AGCI Lazio, Forum Terzo Settore Lazio, CNCA Lazio (Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza), Movimento Social Pride, Coordinamento Romano Affido, Apis (Associazione Italiana Progettisti Sociali), Città Visibile Onlus, CNCM LAZIO (Coordinamento Nazionale Comunità per Minori), con il patrocinio dell’Assessorato alle Politiche sociali, Salute, Casa ed Emergenza abitativa del Comune di Roma e grazie all’interlocuzione con l’Assessorato alle Politiche Sociali della Regione Lazio. Obiettivo: offrire una precisa fotografia dei costi che si sostengono affinché sia dignitosa la vita di tanti cittadini, in questo caso, i più indifesi fra tutti.

Sono intervenuti Luigi Vittorio Berliri, Presidente di Casa al Plurale, Erica Battaglia, Presidente della Commissione Politiche sociali del Comune di Roma, Rita Visini, Assessore alle Politiche Sociali e Sport della Regione Lazio e Francesca Danese, Assessore alle Politiche sociali, Salute, Casa ed Emergenza Abitativa del Comune di Roma. A coordinare Stefano Trasatti, direttore di Redattore Sociale.

E’ già trascorso un anno dal lancio delle chiavi delle case famiglia di Roma nella Fontana di Trevi, quando 870 associazioni e cooperative chiesero con forza l’adeguamento dei finanziamenti: dopo quella manifestazione, il Comune di Roma, per darci un po’ di ossigeno, promise uno stanziamento di 800 mila euro – dichiara Luigi Vittorio Berliri, presidente di Casa al Plurale. – Oggi vogliamo affidare, insieme a quelle chiavi, recuperate dalla Fontana, un documento preciso ed esaustivo proprio a chi ha il potere di decidere quanto stanziare e in che modo, nella speranza che le case famiglia siano finalmente tra le priorità inderogabili della nostra città”.

Esiste certo l’opportunità di rivedere i costi – dice Francesca Danese, assessora alla Casa e alla politiche sociali di Roma Capitale – ma anche quella di costruire un sistema nuovo di accoglienza personalizzata nelle Case-famiglia, per ciascuna tipologia di utenti, e ancorata agli obiettivi di ridurre il disagio. Un’accoglienza che sia attenta a incrociare le condizioni sanitarie con i dati socio-ambientali. E’ un pezzo di quello che, nel nuovo Piano strategico per i diritti, definiamo integrazione socio-sanitaria”.

Per l’assessore alle Politiche sociali della Regione Lazio Rita Visinila sostenibilità del sistema di accoglienza è una questione delicata sulla quale stiamo lavorando: abbiamo appena semplificato i requisiti organizzativi richiesti dalla Regione alle strutture residenziali e semiresidenziali e con le nuove regole diminuiranno gli oneri a carico delle case famiglia e delle comunità alloggio. Continueremo a intervenire sul tema in sinergia con la rete delle comunità: uno spazio importante di confronto sarà sicuramente il nuovo Piano sociale regionale”.

“La crisi economica ha gravemente provato le famiglie romane: è cresciuto il disagio, sono aumentate le situazioni di povertà estrema, la ‘precarietà’ oltre all’economia è entrata sempre più anche nella sfera affettiva e relazionale delle persone”. Così ha commentato il direttore della Caritas di Roma, monsignor Enrico Feroci. “Per Roma – dice monsignor Feroci – il 2014 è stato un anno difficile, la città è stata messa a dura prova da politiche e atteggiamenti che non avevano al centro la persona. Gli ‘ultimi’ della nostra comunità – poveri, rifugiati, rom, persone con disabilità, minori non accompagnati ed ex detenuti – sono stati le prime vittime di una crisi etica e morale”.

Matteo Guerrini

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