Fatti di Roma

SANITA’: DA ISPE PIANO D’AZIONE CONTRO LA CORRUZIONE

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La sala Caduti di Nassiriya del Senato della Repubblica ha ospitato oggi la presentazione dei LEA della legalità (Livelli Essenziali Anticorruzione), vero e proprio piano d’azione contro la corruzione nel Servizio Sanitario Nazionale realizzato da ISPE (Istituto per la Promozione dell’Etica in Sanità). All’incontro-dibattito sono intervenuti, con il presidente ISPE Francesco Macchia, l’ex magistrato di Mani Pulite Gherardo Colombo, il giornalista ex presidente della Regione Lazio Piero Badaloni ed il sen. Nino D’Ascola relatore del disegno di legge anticorruzione attualmente in discussione al Senato. A moderare il tavolo Marco Magheri, vice segretario generale di Comunicazione Pubblica.

L’ISPE ha voluto presentare in fase operativa le indicazioni raccolte nel Libro Bianco pubblicato lo scorso anno ed utilizzato anche da Raffaele Cantone (attuale presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione) nel quale si affrontava il sistema della Corruption in Sanità, per sensibilizzare gli operatori sanitari sugli effetti della corruzione e degli sprechi ed evidenziarne la inevitabile ricaduta sul welfare.

Sei le aree di intervento da sviluppare: formazione, ricerca, advocacy, confronto scientifico, interventi sul campo e sensibilizzazione pubblica, spaziando dunque dalla formazione degli operatori sul tema dell’etica in sanità all’applicazione delle procedure nelle aziende sanitarie locali e ospedaliere per prevenire ed individuare atti corruttivi, fino alla definizione di un’accurata analisi dell’applicazione della normativa 190 anticorruzione. Il tutto di concluderà con la Giornata per l’Integrità del SSN prevista il 17 febbraio 2016, data scelta a ricordare il primo arresto per tangente sanitaria da parte del pool Mani Pulite ai danni di Mario Chiesa presidente del Pio Albergo Trivulzio, nel 1992.

Il fenomeno della corruzione in Italia è risalente nel tempo e persiste tutt’oggi in ogni campo, con effetti devastanti sull’economia del Paese, dunque è necessario creare una cultura della legalità che sostenga i principi etici di integrità, trasparenza e responsabilità”, ha ripetuto convinto Gherardo Colombo. “In Italia – ha aggiunto – c’è una cultura basata soprattutto su furbizia e privilegio. Tra leggi modificate e abrogate si arriva alla riabilitazione complessiva dei corrotti, per questo è fondamentale promuovere nelle scuole il concetto di legalità, per concepirne il valore fin da piccoli”.

Per Piero Badaloni “la corruzione è un sistema: cambiano i metodi ma la connivenza resta. L’informazione, i media, dovrebbero veicolare il rispetto delle regole che sono un valore, non un disvalore. L’etica nella gestione della cosa pubblica è fondamentale”. A conferma di ciò il senatore D’Ascola, relatore del ddl anticorruzione ed ordinario di diritto penale all’Università di Reggio Calabria ha ribadito che “non c’è una funzione salvifica della legge, che giunge quando il fatto è accaduto e si scopre il volto plurioffensivo del reato” per questo la prevenzione e l’educazione alla legalità sono il cardine di un sistema sano.

Daniela Pieri

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