Angolo della Salute

SALUTE, L’OMEGA-3 AIUTA CHI HA SUBITO UN INFARTO MIOCARDICO ACUTO A RECUPERARE

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Uno studio che è stato recentemente pubblicato sulla rivista Circulation ha analizzato gli effetti dell’assunzione di alte dosi di farmaci Omega-3 in pazienti che, dopo aver avuto un infarto miocardico acuto (IMA), l’assunzione di alte dosi di Omega-3 può aiutare il recupero e nel rimodellamento del muscolo cardiaco.

Gli effetti benefici derivanti dall’Omega-3 sono riconosciuti da tempo sull’effetto benefico dovuto alla riduzione del rischio cardiovascolare e nella riduzione dell’ipertrigliceridemia ma, questo studio, va ben oltre la prevenzione cardiovascolare dimostrando di poter “riparare” i danni al cuore da infarto tanto che i risultati migliori sono stati ottenuti attraverso l’impiego di farmaci Omega-3 e non di integratori.

“I risultati di questo studio sono particolarmente importanti – spiega Massimo Massetti, Direttore dell’UOC di Cardiochirurgia Policlinico A. Gemelli di Roma e titolare della Cattedra di Cardiochirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma – infatti, dopo un infarto miocardico acuto si verificano delle alterazioni del muscolo cardiaco che dipendono dal grado di sofferenza ischemica legata alla diminuzione dell’afflusso di sangue al cuore. Queste alterazioni vanno dalla necrosi del tessuto con successiva cicatrice fibrosa (infarto vero e proprio) a riduzioni della contrattilità regionale con conseguenti variazioni di forma e dimensioni del ventricolo sinistro. Questi cambiamenti morfologici possono essere reversibili, con appropriati interventi, nella fase iniziale dopo occlusione coronarica. Se non si interviene, o se si interviene tardivamente, si instaura una progressiva dilatazione del ventricolo colpito dall’infarto con peggioramento della performance contrattile. Questo processo, viene definito di “rimodellamento” e, in base alla gravità, può condizionare la successiva prognosi della malattia”.

Lo studio OMEGA-REMODEL1 è uno studio multicentrico, in doppio cieco, verso placebo, che ha coinvolto 358 soggetti che avevano avuto un infarto miocardico acuto. I pazienti sono stati suddivisi in modo casuale in due gruppi: a 180 pazienti sono stati somministrati per 6 mesi acidi grassi Omega-3 ad alto dosaggio, mentre ai restanti 178 pazienti è stato somministrato placebo.

“I ricercatori – prosegue Massetti – hanno utilizzato la risonanza magnetica nucleare per valutare la struttura cardiaca e le caratteristiche del tessuto prima e dopo terapia. L’endpoint primario dello studio (ovvero il primo parametro rilevato) era rappresentato dal cambiamento dell’indice di volume sistolico del ventricolo sinistro; mentre il secondo obiettivo era la valutazione della fibrosi miocardica non della zona infartuale, della frazione di eiezione ventricolare sinistra e della dimensione dell’area infartuale. I pazienti che hanno ricevuto giornalmente 4g di acidi grassi Omega-3 sono andati incontro, durante i primi 6 mesi dopo infarto miocardico, ad un significativo miglioramento sia nel volume telesistolico del ventricolo sinistro (-5.8%) sia della fibrosi miocardica non-infartuale (-5.6%) rispetto al gruppo placebo. La risposta era dose correlata, quindi i pazienti che hanno raggiunto il più alto aumento di Omega-3 nei globuli rossi hanno ridotto, in modo significativo, l’indice di volume sistolico ventricolare sinistro. Peraltro non sono stati riscontrati eventi avversi associati alla terapia con acidi grassi Omega-3 ad alto dosaggio”.

In Italia, il Policlinico A. Gemelli e coordinato dallo stesso Massetti, con il nuovo anno daranno vita a uno studio che valuterà il ruolo anti-aritmico di prevenzione della fibrillazione atriale post-operatoria dei farmaci Omega-3 nei pazienti che hanno beneficiato di un intervento di chirurgia valvolare cardiaca e dove si suppone una riduzione delle complicanze post-operatorie con miglioramento della prognosi immediata e a distanza. Lo studio OLEVIA prospettico di fase 2, monocentrico, randomizzato in doppio cieco e controllato verso placebo a gruppi paralleli arruolerà 152 pazienti e avrà durata di 30 mesi. “Da qualche anno, anche nel nostro Paese, l’utilizzo di alti dosaggi di Omega-3 è sostenibile anche in virtù del costo contenuto di questo farmaco oggi in versione equivalente” conclude l’esperto.

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