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ROMA, SFREGIATO IL COLOSSEO CON SCRITTE VANDALICHE E ARRAMPICATE NOTTURNEROMA

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“Morte” e “Balto” sono le due scritte, comparse ieri nel pomeriggio, su uno dei pilastri dell’anfiteatro Flavio o comunemente chiamato Colosseo.

Le due scritte, realizzate con uno spray nero, sono al centro degli interessi del commissariato di Polizia Celio che sta passando al vaglio tutte le immagini e registrazioni delle telecamere di sorveglianza poste nelle vicinanze del monumento romano.

Una sorveglianza non del tutto sufficiente, visto che, nella stessa giornata, si è verificato anche un altro atto di vandalismo messo in pratica da due turisti brasiliani che si sarebbero giustificati dicendo “eravamo ubriachi”. I due, nella notte del 16 gennaio, si sarebbero arrampicati oltre il cancello del Colosseo e caduti a terra facendo un salto di circa quattro metri d’altezza. Uno dei due turisti è stato trasportato in ambulanza all’Ospedale San Giovanni con il codice rosso e avrebbe riportato una frattura al bacino; tutto questo sarebbe successo per imitare le gesta del protagonista di “Assassin’s Creed”, un famoso videogioco, che si appresta a saltare tra antichità e rovine. I due sono stati poi denunciati a piede libero dalle forze dell’ordine.

Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschi ha inoltre dichiarato in una nota che “Il gesto vandalico di oggi al Colosseo è un autentico sfregio a un monumento simbolo del patrimonio culturale mondiale. Alla prevenzione sempre necessaria per impedire ogni danno ai beni storici, artistici e archeologici si devono affiancare pene più severe per chi compie simili gesti così, come previsto dal disegno di legge delega approvato lo scorso 23 dicembre dal Governo che introduce, tra l’altro, specifiche fattispecie di reato per il deturpamento, il danneggiamento e l’imbrattamento di beni culturali e paesaggistici.

Inoltre il ministro ha sottolineato che ci saranno seri provvedimenti per chi commetterà atti vandalici ai beni culturali, con una pena valida fino ai 5 anni di reclusione.

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