Fatti di Roma

RAGGI: “RICUCIRE IL RAPPORTO FRA PUBBLICO E PRIVATO PER NON PERDERE LA SFIDA DELL’INNOVAZIONE”

“Pubblico e privato devo tornare a parlare, devono essere messe da parte quelle demonizzazione che per troppo tempo hanno prodotto una visione distorta: il pubblico inefficiente e troppo burocratizzato e il privato, il soggetto che pensa solo alla speculazione. Non è questa la realtà delle cose”.

Così la sindaca di Roma, Virginia Raggi a margine della tappa romana di Innovation days che si è svolto questa mattina all’auditorium della Tecnica. “Ripartiamo dunque – ha aggiunto Raggi – da un rapporto di ricucitura imprese, istituzioni e cittadinanza perché guardiamo tutti nella stessa direzione. Abbiamo bisogno di rinnovare una stagione nella quale sostenibilità e legalità camminino di pari passo. Possiamo essere protagonisti di questa nuova era e dobbiamo farlo con grande coraggio, lasciando alle spalle alcune frizioni e distorsioni del passato e guardando con fiducia al futuro che può vederci alleati nel rilancio della Capitale e del paese”.

Raggi ha poi proseguito ancora: “Non possiamo perdere la sfida dell’innovazione, dobbiamo anticipare i tempi, interpretare il cambiamento, essere pionieri, uscire dalla nostra ‘comfort zone’. È un compito arduo, dobbiamo comprendere molte dimensioni con una complessità mai vista vista prima. Ci sono sfide importanti come l’internazionalizzazione delle imprese, la competitività, la ricerca e lo sviluppo ma soprattutto il dialogo. Se rilanciamo e rimettiamo al centro la persona gira tutto. Dobbiamo creare un’alleanza tra istituzioni, imprese e comunità locali, dobbiamo essere protagonisti di questo cambiamento, non possiamo farci travolgere dai fatti, ma dobbiamo indirizzare, coordinando meglio pubblico e privato con risorse stabili e certe, con una pubblica amministrazione agile, snella, sburocratizzata e digitale”.

E su questo Raggi è tornata su un argomento a lei caro: “La proposta di riforma sui poteri per Roma Capitale che sto portando avanti con grande determinazione perché, ancora prima delle risorse che spettano alla città come capitale d’Italia, Roma va dotata di strumenti giuridici adeguati, appropriati e specifici che ci permettano di incidere in modo efficace sulla vita di chi lavora. Per Roma sono valide le stesse regole di un comune di 100 abitanti, questo non può essere adeguato. Dopo Mafia capitale abbiamo avuto una serie di regole che ci imponevano per le gare pubbliche un doppio passaggio all’Anac, questo significa fare una gara in non meno di due o tre anni, capite che impatto ha sull’economia della città”

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