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POLIZIA, PAPA: VOSTRO LAVORO È MISSIONE PER LEGALITÀ E CONTRO CRIMINALITÀ

Polizia Roma


“Cari fratelli e sorelle, siate i benvenuti! Ringrazio il Capo della Polizia per le nobili parole che mi ha rivolto a nome di tutti. In modo particolare ringrazio voi, parenti di coloro che hanno perso la vita o sono stati gravemente feriti nell’esercizio del loro dovere, per la testimonianza di speranza cristiana che vi anima e per l’attaccamento alle istituzioni e alla vostra missione. Infatti molti di voi hanno voluto continuare l’opera iniziata dai loro congiunti, indossando la divisa della Polizia e servendo lo Stato”.

Così Papa Francesco nel discorso pronunciato in occasione dell’udienza ai familiari delle vittime e dei caduti in servizio della Polizia di Stato tenutasi in Aula Paolo VI.

“Ogni occupazione onesta contribuisce al bene di tutti e, se svolta con dedizione e passione, favorisce la crescita della persona e della società, fornendo anche i mezzi necessari per un’esistenza libera e dignitosa – ha aggiunto il Pontefice – Tra le diverse professioni, la vostra si configura come un’autentica missione e comporta l’accoglimento e la concreta messa in pratica di atteggiamenti e valori di speciale rilevanza per la vita civile. Mi riferisco allo spiccato senso del dovere e della disciplina, alla disponibilità al sacrificio, fino, se necessario, a dare la vita per la tutela dell’ordine pubblico, per il rispetto della legalità, per la difesa della democrazia e il contrasto della criminalità organizzata o del terrorismo”.

“La vostra missione – ha proseguito Francesco – richiede il coraggio per soccorrere chi si trova in pericolo e per fermare l’aggressore. La collettività vi è debitrice della possibilità di condurre una vita ordinata e libera dalle prepotenze dei violenti e dei corrotti. Un’esistenza impegnata su questo fronte e centrata in questi ideali presenta un alto valore presso il Signore, e ogni sacrificio accolto per amore del bene verrà da Lui premiato. Lo dico oggi in particolare a voi, parenti delle vittime dei violenti, i quali, trovando nelle forze dell’ordine l’ostacolo più arduo ai loro disegni efferati, spesso si scagliano contro di esse. Chiunque serve con coraggio e abnegazione la collettività, incontra, insieme alle difficoltà e ai rischi connessi al proprio ruolo, una forma di realizzazione di sé molto elevata, perché cammina sulla via di Nostro Signore, che volle servire e non essere servito”.

“Chi, giorno dopo giorno, assume la serietà – ha continuato – e l’impegno del proprio lavoro e lo pone a disposizione della comunità, e specialmente di chi è nel pericolo o si trova in situazioni di grave difficoltà, ‘esce’ verso il prossimo e lo serve. Agendo in tal modo, realizza la propria vita, anche nell’eventualità di perderla, come fece Gesù morendo sulla croce. Solo contemplando Gesù sulla croce possiamo trovare la forza del perdono e il conforto che anche le nostre croci verranno redente dalla sua, e che perciò ogni sacrificio e ogni dramma troverà in Lui riscatto e redenzione”.

“La testimonianza – conclude il Pontefice – dei valori cristiani è ancora più eloquente in questo tempo, nel quale, allo slancio generoso di tanti, spesso non fa seguito la capacità di incanalarlo in un impegno coerente e costante. Nel nostro tempo risulta infatti più facile impegnarsi in qualcosa di provvisorio e parziale. Invece l’azione svolta dalle forze di Polizia richiama qualcosa di solido nel tempo, che, pur nel mutare delle situazioni contingenti, presenta una costante che attraversa le varie epoche: quella di garantire per tutti i cittadini la legalità e l’ordine, e con questi beni la possibilità di fruire di tutti gli altri”. omniroma

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