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PAPA: NON SI POSSONO IGNORARE LE RESPONSABILITÀ MORALI VERSO CHI FUGGE DA GUERRA E MISERIA

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Non si può ignorare la responsabilità morale di accogliere quanti fuggono da guerra e miseria. Lo ha detto questa mattina Papa Francesco, ricevendo le Lettere credenziali degli ambasciatori di Grenada, Gambia, Bahamas, Svizzera, Capo Verde, Islanda, Turkmenistan, Malta, Qatar ed Estonia, che iniziano oggi il loro servizio presso la Santa Sede.

Per il Pontefice “non si può ignorare la nostra responsabilità morale, con la dovuta attenzione al bene comune, per accogliere, proteggere, promuovere e integrare coloro che bussano alle nostre porte in cerca di un futuro sicuro per loro stessi e per i loro figli”. Secondo Francesco, “è essenziale che il rispetto per la dignità umana e per i diritti umani ispiri e diriga ogni sforzo nell’affrontare le gravi situazioni di guerra e conflitti armati, di opprimente povertà, discriminazione e disuguaglianza che affliggono il nostro mondo e che negli ultimi anni hanno contribuito alla presente crisi delle migrazioni di massa”.

“La Chiesa, da parte sua – ha assicurato il Pontefice – è impegnata a lavorare con ogni interlocutore responsabile in un dialogo costruttivo teso a proporre concrete soluzioni a questo e altri urgenti problemi umanitari, con l’obiettivo di preservare vite umane e dignità, alleviando sofferenze e incrementando un autentico e integrale sviluppo”.

Per il Papa, dunque, “in questi tempi di profondi cambiamenti sociali e politici, non può venir meno l’impegno verso questo principio da parte dei governi e dei popoli”.

“È mia speranza, sostenuta dalla preghiera, che la missione da voi ora intrapresa al servizio delle vostre rispettive Nazioni contribuirà al nobile obiettivo di stabilire tra gli uomini una pace fondata sulla giustizia e sull’amore e per apprestare i mezzi necessari per il suo raggiungimento”, ha poi aggiunto il Papa, ricordando che “la comunità internazionale ha appena celebrato anche un altro significativo anniversario: settant’anni fa questo mese ha visto l’adozione della Dichiarazione Universale delle Nazioni Unite sui Diritti dell’Uomo”.

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