PAPA FRANCESCO IN MAROCCO, AL CENTRO DEL VIAGGIO I MIGRANTI E IL DIALOGO CON L’ISLAM
“E’ significativo che il Papa visiti un Paese musulmano dopo la firma del Documento di Abu Dhabi sulla Fratellanza umana. Documento che dona a tutti i leader ricevuti in udienza” Lo ha sottolineato Alessandro Gisotti, direttore ad interim della Sala Stampa della Santa Sede in un briefing sul viaggio apostolico che Francesco terrà sabato e domenica in Marocco. Un viaggio breve, meno di 48 ore, ma intenso di appuntamenti importanti, con al centro il dialogo interreligioso, i migranti e l’attenzione alla piccola comunità cattolica.
Sarà la prima volta di Papa Francesco in Marocco. Il secondo Papa a recarvisi dopo “le poche ore di” San Giovanni Paolo II che il 19 agosto 1985, nello stadio di Casablanca incontrò i giovani musulmani. Marocco è il 20esimo viaggio di Bergoglio, il 42esimo Paese visitato, un “paese dove il 99% della popolazione è di fede musulmana sunnita e i cattolici sono davvero un ’piccolo gregge’, appena 25.000”, ha precisato Gisotti. Tre i discorsi che Francesco terrà in italiano mentre la messa che sarà celebrata il 31 marzo al Complesso sportivo Principe Moulay Abdellah sarà in spagnolo. Qui sono attese circa 10 mila persone e sarà “la messa con maggiore partecipazione nella storia del Marocco”.
Al suo arrivo a Rabat, sarà il re Mohammed VI ad accogliere Francesco “donando datteri e latte di mandorla secondo la tradizione”. Due i cortei paralleli (il Papa in papamobile scoperta e il re in limousine) che arriveranno alla Spianata della Tour Hassan II. Qui la cerimonia di benvenuto.
Di rilevanza la visita, prevista nel pomeriggio di Francesco all’Istituto Mohammed VI degli Imam: “E’ la prima volta – ha precisato Gisotti – che un Papa è accolto in un Istituto di formazione di imam, istituto a cui tiene molto il re impegnato contro le derive fondamentaliste. Significativa anche al scelta – ha continuato il direttore della Sala Stampa del Vaticano – di dare la parola agli studenti” al posto di discorsi ufficiali.