Giovani e Scuola

NEL LAZIO RIPRESA DELLE LEZIONI IN BILICO, SOLO ROMA PARTE IL 14

Il 14 o il 24 settembre: queste le date su cui i sindaci dovranno decidere per le riaperture delle scuole nei comuni che amministrano. La loro decisione è vincolante per le scuole dell’infanzia, per la scuola primaria e per quella secondaria di primo grado, il cui eventuale rinvio, rispetto alla data del 14 settembre stabilita in ambito nazionale, deve essere sancita da una apposita ordinanza sindacale.

Per le scuole superiori l’inizio delle lezioni è sancito da ciascun dirigente scolastico in base allo stato delle struttura che, però, è di competenza delle amministrazioni provinciali. L’ostacolo da superare è principalmente quello del rispetto delle norme anti-Covid, a cui sono legate le dotazioni dei banchi singoli e l’aumento del personale. A complicare il quadro c’è anche la data referendaria del 20 e 21 settembre. Se a Roma e in provincia le lezioni nelle scuole di ogni ordine e grado cominceranno il 14 settembre e non sembrano ci siano al momento situazioni di particolare criticità, nelle province del Lazio le cose vanno diversamente e la campanella, il 14, sembra destinata a suonare solamente negli istituti superiori ciociari ma non nelle scuole medie ed elementari. Dei comuni capoluogo, solamente Viterbo ha ufficializzato l’apertura per lunedì dei plessi di competenza comunale. Gli altri hanno scelto, o stanno per farlo, di rinviare alla settimana successiva. A Latina e Rieti, comuni e province concordano per riapertura dopo il referendum. Questo nella sintesi.

Ma entrando nel dettaglio, la situazione più complessa da descrivere è quella di Frosinone dove il Comune capoluogo e molti altri del territorio, tra cui i più grandi come Cassino, hanno deciso per posticipare l’inizio dell’anno scolastico. “In mancanza dei banchi singoli promessi – ha detto il sindaco Nicola Ottaviani – deciderò, con tutta probabilità in giornata, per rinviare l’apertura dei plessi a dopo le elezioni”. L’amministrazione provinciale di Frosinone, invece “rispondendo alle esigenze di ciascun dirigente scolastico – ha aggiunto ad “Agenzia Nova” il delegato provinciale alla scuola Alessandra Sardellitti -, abbiamo fatto lavori di ampliamento e provveduto a sei importanti locazioni di ulteriori spazi che, unite ai lavori che si stanno completando in queste ore, consentiranno a quasi tutte le scuole superiori di riaprire ‘in presenza’ con alcune eccezioni. Due istituti hanno scelto di fare didattica distanza alternata, mentre ai licei Turriziani e Severi di Frosinone, causa la mancanza di banchi singoli, le prime classi cominceranno in presenza lunedì, le altre a distanza e torneranno in presenza non appena gli istituti saranno forniti di banchi”. A Viterbo il sindaco Giovanni Maria Arena ha dovuto superare un momento di indecisione dovuta alle carenze, sia del corpo docente che del personale Ata che opera nei plessi del capoluogo viterbese, “ottenute le necessarie garanzie – ha detto il sindaco -, ho disposto l’inizio delle lezioni per il 14 settembre”. L’amministrazione provinciale, invece, deve ancora prendere la decisione. A breve sarà fatto un punto dello stato dei plessi gestiti dall’ente.

In provincia di Latina la scelta di rinviare l’apertura è stata fatta intorno ad un tavolo in Prefettura. Ad eccezione dei comuni di Priverno, Sonnino, Roccasecca dei Volsci e Sperlonga, dove le campanelle suoneranno lunedì prossimo, le scuole di ogni ordine e grado, quindi anche quelle superiori, inizieranno il 24 settembre. Nell’occasione è stato firmato anche un protocollo d’intesa tra la Asl e l’ufficio scolastico provinciale che costituisce un po’ il filo rosso per la gestione dell’emergenza Covid. Ogni plesso avrà un referente anti-Covid che dialogherà direttamente con la Asl per eventuali casi o rischi. La scelta è stata adottata per avere più tempo per mettere in sicurezza gli ambienti, ma anche in vista dell’appuntamento referendario che, in alcuni casi, coincide con il voto amministrativo come a Fondi e a Terracina. Il Comune Latina, così come molti suoi colleghi della provincia, ha posticipato al 24 settembre l’apertura dei plessi ad esclusione degli asili nido. “È stata una scelta condivisa con buona parte dei colleghi sindaci – ha detto il sindaco Damiano Coletta – poiché riteniamo che il rinvio delle lezioni ci consentirà di ultimare tutti i protocolli di sicurezza suppletivi all’assenza dei banchi monoposto, approfittando anche della pausa legata all’appuntamento referendario”.

Nel comune capoluogo della provincia di Rieti, il sindaco Antonio Cicchetti ha deciso ieri sera, dietro sollecitazione dei dirigenti scolasti, di firmare l’ordinanza di chiusura delle scuole, rinviando l’apertura al 24 settembre. La decisione riguarda anche le scuole superiori che si concentrano proprio nel capoluogo del reatino. Una scelta sollecitata dalla stessa amministrazione provinciale di Rieti oltre che dai dirigenti scolastici che lamentano la carenza di organico derivante dai ritardi nel conferimento dei posti di ruolo e degli incarichi annuali, la mancanza di chiarezza sulla tematica dei “lavoratori fragili” e la coincidenza del ritorno in classe con la data del prossimo referendum.

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