NEGLI ULTIMI 4 ANNI A ROMA IL CONSUMO DEL SUOLO AL +24%
Il consumo di suolo sul Comune di Roma è aumentato del 24,58% negli ultimi quattro anni, passando dai 31.064 ettari del 2012 ai 31.594 ettari del 2016. In vista del 2030, ipotizzando l’attuazione piena del Piano regolatore generale vigente, il consumo di suolo arriverà a 33.959 ettari, con un incremento del 26,42% consumando un’area pari a 36 volte Villa Borghese.
È quanto è emerso dallo studio svolto nell’ambito del Progetto Soil Administration Models 4 Community Profit, con capofila la Città metropolitana di Torino, Ispra e Roma Capitale e presentato oggi presso la sala della Protomoteca in Campidoglio nel corso del convegno ‘Gestione del suolo: nuovi strumenti per la pianificazione’.
Tenendo conto del periodo 2012-2030 l’incremento previsto è di 2.895 ettari, pari a 161 l’anno e a 3 mq al minuto per una crescita stimata del +9,32%. Nell’anno a cavallo tra il 2015 e il 2016 la trasformazione dei suoli nel Comune di Roma è stata pari a 54 ettari, la più alta tra le grandi città metropolitane d’Italia, seguono Torino con 22 ettari e Bologna con 17 ettari.
Per ciò che riguarda il suolo destinato all’edilizia della Capitale, in otto anni (2008-2016) risultano già consumati 3.300 ettari, oltre la metà di quelli che erano disponibili in base al Prg per questa destinazione d’uso (quasi 6000). La previsione al 2030 , mostra un incremento di questa tipologia di suolo consumato di ulteriori 1.434 ettari (una volta e mezzo la pineta di Castel Fusano). Ciò porterebbe la percentuale di consumo di queste aree a circa l’80 % di quanto reso disponibile dal Prg.
Le stime dello studio si sono concentrate, oltre che sulle aree edificabili, anche sulle strade, dove la stima di incremento di suolo consumato è prevista al 2030 pari a 581 ettari e l’Agro romano, dove si consumerà suolo per 350 ettari.
“Le stime e lo scenario presentati oggi a Roma – ha detto il Direttore generale dell’Ispra, Stefano Laporta – rappresentano una valutazione estremamente innovativa. Mi auguro che da tali proiezioni, che potrebbero essere estese all’intero territorio nazionale, anche grazie agli strumenti liberamente utilizzabili da tutti e messi a disposizione da questo progetto, scaturisca una nuova visione delle nostre aree metropolitane e che anche nella pianificazione si tenga conto dei danni che un consumo di suolo incontrollato potrebbe causare al territorio e all’economia che insiste su quel territorio”.
Tra gli effetti di queste perdite di suolo per la città di Roma, c’è infatti, sicuramente, l’aumento della temperatura: la perdita di suolo influirà sull’aumento della temperatura media estiva in città pari a 0,09 gradi. L’eliminazione delle aree naturali a scapito di quelle urbane porterà all’emissione in atmosfera di circa 650mila tonnellate di Co2, a causa del mancato stoccaggio di circa 175 mila tonnellate di carbonio. I Comuni dovranno quindi dotarsi e presentare piani di contenimento delle emissioni.
Perdere suolo, significa anche perdere servizi ecosistemici come mancata produzione di prodotti agricoli, aumento dell’erosione, regolazione delle acque, maggiori costi energetici: la valutazione economica di questa perdita dal 2012 al 2030 varia da un minimo di 107 a un massimo di 140 milioni di euro l’anno.
“Fermare il consumo di suolo è una tappa fondamentale per ciò che concerne la tutela dell’ambiente – ha detto Massimo De Rosa, deputato della Commissione Ambiente della Camera – finalmente i cittadini potranno valutare in prima persona l’impatto e le ripercussioni che alcune opere hanno sul territorio, sia per quanto riguarda ambiente e salute, sia dal punto di vista economico”.
“Siamo orgogliosi di offrire ai cittadini romani uno strumento che permetta loro di partecipare ancora più attivamente alle scelte che riguardano la loro città” il messaggio inviato dalla sindaca di Roma Virginia Raggi ai partecipanti al convegno.