Giovani e Scuola

MANCANO AULE E BANCHI, NON CONDANNARE GLI STUDENTI A UN ULTERIORE STRESS

Eugenio Ghignoni della segreteria della Cgil di Roma e del Lazio, intervenendo a nome anche di Cisl e Uil nel corso della commissione Istruzione della Regione Lazio, dove si sta discutendo dell’adeguamento delle scuole del Lazio alle norme anti contagio, ha spiegato: “Visti i tempi molto stretti auspichiamo che entro il 14 settembre si riesca a ottenere almeno le prime due tranche di banchi monoposto per consentire di affrontare l’inizio della scuola nel modo migliore. Il tema delle aule – ha aggiunto – è comunque un punto fondamentale, le 450 aule che mancano all’appello escludendo il secondo ciclo, nonostante il riconoscimento che molto è stato fatto da enti locali e Ufficio scolastico regionale, è un numero importante che dà la misura di quello che va fatto affinché il 14 settembre ci siano le condizioni per la riapertura. Per noi, però, in merito alle aule che mancano sul secondo ciclo, è insufficiente pensare che la risposta sia puntare solo sul primo ciclo per l’individuazione di spazi e organico aggiuntivo: è una scelta che condanna parte dei nostri ragazzi delle superiori alla Dad, sia pure in modo integrativo, e non condividiamo questa scelta. Tutti – ha precisato Ghignoni – abbiamo visto le difficoltà che ci sono con la connessione, basta che una volta sola vada male e con mezz’ora di ritardo salta la lezione. Servivano spazi e personale anche sulla secondaria superiore. L’organico aggiuntivo di cui si è parlato si riferisce alle scuole statali escluse la secondarie superiori, ma resta il dato dell’organico a carico delle scuole comunali che è senza fondi statali: serve uno sforzo della Regione per sostenere l’organico aggiuntivo che deve essere messo in campo dai Comuni. In una situazione come questa – ha sottolineato – andrebbe ripensata l’ordinanza della Regione Lazio che ha liberato dall’obbligo della presentazione del certificato medico per le assenze sotto i 5 giorni degli studenti, destando preoccupazione tra i dirigenti scolastici. Dobbiamo cercare – ha concluso – di arrivare a misure omogenee tra scuole statali, comunali e paritarie sulla misurazione della temperatura e sulle procedure di sicurezza in generale: non si può prevedere da una parte la misurazione a carico dei genitori e dall’altra a carico degli istituti, così si genera confusione”.

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