Sociale

LE ACLI ROMA: “SIAMO TUTTI CANDIDATI PER RIPENSARE INSIEME LA CITTÀ”

«#SiamoTuttiCandidati, per affrontare insieme i problemi e ridare speranza alla città». È questa la provocazione lanciata da Lidia Borzì, presidente delle ACLI di Roma e provincia, nel corso della sua relazione che ha aperto il XXVI congresso provinciale, svoltosi presso la sala conferenze della parrocchia di Santa Maria in Campitelli, Piazza di Campitelli, 9 a Roma, con lo slogan: “Tra visione e concretezza. Viviamo il presente costruiamo il domani. Le ACLI di Roma per una comunità inclusiva, equa e generativa”.

«Le ACLI provinciali di Roma – ha spiegato Borzì – rappresentano un soggetto della società civile che, nella sua pluralità di associazioni e servizi, di circoli e nuclei, di presidi solidali, di progetti di innovazione sociale, riesce a incontrare e ascoltare una parte molto importante della nostra comunità. Per questo, vogliamo fare in modo che nessuno venga lasciato indietro e vogliamo continuare a interpretare la voce di chi non ha voce e farla arrivare alla responsabilità decisionale delle istituzioni. Lanciamo perciò una provocazione: anche noi ci candidiamo! Non a uno scranno a Palazzo Senatorio, ma a fare la nostra parte da subito per un progetto condiviso che faccia di Roma una grande capitale europea, capace di tenere insieme un doppio sguardo, dal basso dei bisogni primari all’alto della visione lungimirante».

Soltanto da gennaio ad agosto 2020, anche grazie a un servizio di segretariato sociale telefonico attivato durante il periodo del lockdown che è andato ad affiancare i servizi già operativi di CAF e Patronato, le ACLI di Roma hanno ricevuto oltre 350.000 chiamate, con un aumento del 46,7% rispetto allo stesso periodo del 2019. Inoltre, anche il sito acliromaservizi.it, nel quale è stata aggiunta una pagina web dedicata alle misure straordinarie per il lockdown e costantemente aggiornata, ha contato (sempre nel periodo gennaio-agosto) 190.838 visualizzazioni, +334% rispetto all’anno precedente.

Dietro i numeri volti e storie che hanno fatto emergere con forza la grande difficoltà dei romani, legata soprattutto all’esigibilità dei diritti, al lavoro, ma anche al cibo. L’emergenza sanitaria ha infatti innescato un circolo vizioso in cui ai problemi di salute si sono aggiunti il blocco dell’economia, a causa del lockdown, e un aggravamento della crisi occupazionale, che ha colpito in particolare le fasce di lavoratori più fragili, come quelli con basse tutele e bassi salari. A queste emergenze le ACLI di Roma hanno risposto con diverse soluzioni: aiutando le persone a orientarsi tra le varie misure adottate per l’emergenza e non, e quindi lavorando con il Patronato, nel periodo marzo-agosto 2020, tra le altre 511 pratiche relative alla richiesta per il reddito di cittadinanza (+51,6% sullo stesso periodo del 2019) e 510 pratiche per il reddito d’emergenza; accogliendo e aiutando le persone in difficoltà con il lavoro, un dato che viene confermato dal CAF delle ACLI di Roma, dal quale risulta nei modelli 730 2020 (relativi ai redditi 2019) delle persone in età lavorativa un aumento di dichiaranti senza sostituti d’imposta (+4% per gli uomini, che arrivano in totale all’11%; +3% per le donne che arrivano così al 12%), a causa proprio della perdita dell’occupazione; infine con un sostegno concreto, potenziando il proprio progetto di recupero delle eccedenze alimentari “il cibo che serve” con il quale sono stati recuperati: oltre 12mila kg di pane e prodotti da forno, oltre 30mila kg di ortaggi e frutta, più di 3mila kg di beni a lunga conservazione, percorrendo oltre 10mila km, oltre 7000 invece i pacchi alimentari e kit igienici consegnati a famiglie in difficoltà.

«La nostra “candidatura” – ha aggiunto ancora Borzì – intende valorizzare le buone pratiche sperimentate nel territorio e ad agire una sussidiarietà circolare, che metta insieme pubblico e privato attraverso un valido lavoro di rete. Insomma, ci facciamo promotrici della buona politica, chiedendo con forza che si dia priorità ai programmi rispetto agli schieramenti, alle competenze rispetto ai “nomi”, ai valori rispetto alle appartenenze. La nostra idea di città è quella di una polis ri-costruita sul primato delle persone, sulla centralità delle relazioni vive, sull’ armonia tra economia e ambiente, sulla democrazia della cura, sulla vita dignitosa di tutti e di ciascuno, sulla valorizzandone dell’interdipendenza tra centro e periferie. Non è un’utopia astratta, ma è la città che incontriamo ogni giorno con le tante energie positive che esprime”.

«Anche noi – ha concluso Borzì – ci siamo sentiti spinti rivedere il nostro modello di Azione Sociale, a seguito della crisi sociale che è derivata dalla pandemia. In parte ne abbiamo confermato i pilastri fondanti, ma in parte lo abbiamo rinnovato, a fronte delle inedite sfide che abbiamo affrontato e abbiamo davanti. Sono quattro i pilastri, o meglio gli interventi, trainanti di questo modello: il lavoro dignitoso, il welfare sartoriale, promozionale e non assistenziale, una comunità educante, diffusa e coesa, una partecipazione che sia autentica espressione di democrazia agita. Le ACLI di Roma individuano in queste quattro direttrici strategiche quella freccia di futuro, che non indica solo velocità ma anche direzione, capace di orientare la ricostruzione la ripartenza della nostra comunità. Vogliamo dare corpo e concretezza alle corresponsabilità nel lavoro di infrastrutturazione del territorio, in una logica di rete e dialogo costante con le istituzioni».

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