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LAZIO TERZA REGIONE PER DETENUTI. ISOLA SOLIDALE: “VALORIZZARE MISURE ALTERNATIVE”

CARCERE


Il Lazio è la terza regione per persone detenute dopo Lombardia e Campania. Nelle carceri laziali sono detenute 6.562 su 5.258 posti regolari (dato al 31.12.2018 con un indice di sovraffollamento del 124 per cento, di sei punti percentuali più alto di quello nazionale. I peggiori istituti della regione sono Cassino (indici di sovraffollamento 162 per cento), Latina (173 cento), Civitavecchia (148 per cento) e Regina Coeli (154 per cento).

È quanto emerge dalla relazione 2018 del Garante dei detenuti della Regione Lazio Stefano Anastasia che questa mattina ha esposto i dati alla Pisana alla presenza dell’assessore alla Sanità Alessio D’Amato, del procuratore capo presso la corte di appello di Roma Giovanni Salvi, del presidente del Consiglio Regionale Mauro Buschini e dei dei vicepresidenti David Porello e Giuseppe Cangemi.

Anche la percentuale di detenuti stranieri in Lazio è superiore alla media nazionale: 40,2 per cento rispetto al 34 per cento. “Positivo”, secondo il garante dei detenuti, il dato sulla posizione giuridica delle persone sottoposte alla misura carceraria. Il 62 per cento di quelle che si trovano nelle carceri laziali sta scontando la pena per una condanna definitiva e questo è un dato positivo. Di quelli in attesa di giudizio, quelli in attesa della sentenza di primo grado sono il 17 per cento.

“I dati diffusi dal Garante dei detenuti della Regione Lazio sono senza dubbio preoccupanti e devono fare riflettere sulla necessità di potenziare le misure alternative per garantire ai detenuti una concreto percorso che all’espiazione della pena possa abbinare anche la possibilità di recupero e di reinserimento sociale e culturale. La nostra struttura, in tale senso, ospita da oltre mezzo secolo accoglie detenuti (grazie alle leggi 266/91, 460/97 e 328/2000) che hanno commesso reati per i quali sono state condannate, che si trovano agli arresti domiciliari, in permesso premio o che, giunte a fine pena, si ritrovano prive di riferimenti familiari e in stato di difficoltà economica. Da noi ci sono numerose attività di formazione e reinserimento lavortivo fuori dal carcere”.

È il commento di Alessandro Pinna, presidente dell’Isola Solidale.

“Sono proprio le realtà come l’Isola Soldiale – aggiunge Pinna – che possono fare la differenza raggiungendo due obiettivi: decongestionare le carceri italiane e offrire un serio percorso di riabilitazione ai detenuti”.

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