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LAVORO: DA ACLI ROMA, CISL ROMA E VICARIATO “JOB TO GO, il lavoro svolta!”

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Si chiama “Job to go. Il lavoro svolta!” il progetto promosso dalle ACLI di Roma e dalla CISL di Roma e Rieti per contrastare l’emergenza occupazionale nella Capitale, attraverso un percorso che coniuga l’educazione all’aspetto valoriale del lavoro con strumenti concreti di avvicinamento come la facilitazione di tirocini e stage. Tutto questo in collaborazione con la Diocesi di Roma per potere raggiungere, anche attraverso la rete delle parrocchie, soprattutto i giovani che vivono nelle periferie romane.

I dati parlano chiaro: a Roma nel 2014 sono stati censiti oltre 151.000 giovani neet (15-29 anni), cioè non impegnati né nello studio, né nel lavoro un dato in crescita del 6,9% rispetto al 2013. Questo dato nella regione Lazio è aumentato addirittura del 41,23% dal 2008 al 2014.

Per contrastare questo trend in continua crescita, dunque, le Acli di Roma e la CISL di Roma e Rieti hanno messo a punto l’iniziativa “Job to Go, il lavoro svolta!”, che in realtà è un vero e proprio itinerario virtuoso di educazione, in-formazione e orientamento al lavoro per e con i giovani che prenderà il via nelle parrocchie e nelle scuole della Capitale, in particolare nelle periferie, dove la crisi ha colpito più duramente la popolazione, un piccolo contributo concreto al Giubileo della Misericordia di prossimo avvio.

Il progetto è stato presentato presso la Parrocchia Santa Maria Madre del Redentore a Tor Bella Monaca, alla presenza del Card. AGOSTINO VALLINI, Vicario Generale di Sua Santità per la Diocesi di Roma, LIDIA BORZÌ, presidente delle Acli di Roma e provincia, MARIO BERTONE, responsabile CISL di Roma Capitale e Rieti e Don FRANCESCO DE FRANCO, parroco di Santa Maria Madre del Redentore.

Se da una parte il dato dei giovani neet romani è preoccupante, dall’altra si registrano elementi positivi di ripresa grazie all’intraprendenza imprenditoriale giovanile romana. Infatti, il tasso di crescita delle imprese giovanili nella Capitale ha registrato una crescita nel 2014 del + 2,7 % (+1152 nuove realtà imprenditoriali). In tale contesto è di grande utilità ed attualità il progetto “Job to Go, il lavoro svolta!” perché è un utile strumento per sostenere, coltivare e indirizzare in forme adeguate i giovani verso settori del mercato dinamici a partire da un’attenta formazione che possa rispondere meglio al domanda e all’offerta di lavoro.

“Alle porte del Giubileo della Misericordia – dichiara Lidia Borzì, presidente della Acli di Roma e provincia–  ci stiamo attivando per gettare semi di concretezza e speranza, che diano frutto anche dopo l’Anno Santo, la nostra città ne ha veramente bisogno! Tra questi, il percorso educativo “Job to Go, il lavoro svolta!”, che vede le ACLI di Roma impegnate con la Cisl di Roma e Rieti, in una logica di complementarietà, facendo rete sul territorio su un tema di cruciale importanza come il lavoro. “Job to Go, il lavoro svolta!” offre una svolta culturale attraverso un itinerario che coniuga concretezza e visione, valori e strumenti per favorire l’avvicinamento dei giovani al mondo del lavoro. Il binomio giovani e lavoro è generativo di futuro. Quando parliamo di lavoro, con la L maiuscola quale strumento di crescita integrale della persona e della comunità, parliamo di una porta di accesso ai diritti, alla cittadinanza, alla dignità della persona. Il lavoro è anche il primo antidoto contro il disagio e lo sfilacciamento sociale, tanto più in questo tempo di grande sfiducia, dove tutti abbiamo bisogno di una scossa, come dice il cardinale vicario, Agostino Vallini”.

“La crisi economica – aggiunge Mario Bertone, responsabile CISL di Roma Capitale e Rieti – per molti giovani romani, ha procurato un sensibile aumento delle difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro, e ha dato avvio al fenomeno della ‘neet generation’, ovvero giovani fuori dai percorsi formativi e dalle dinamiche del lavoro. Dobbiamo anche aggiungere che negli ultimi anni sono mancate precise scelte politiche per rilanciare l’economia e quindi anche l’occupazione, e questi due fattori hanno letteralmente strozzato le famiglie che faticano ancora a vedere segnali di ripresa nel futuro. L’unico elemento che ci lascia sperare è la vivacità del tasso di crescita positivo delle imprese giovanili, peraltro in controtendenza con il dato nazionale che rimane negativo, e che quindi va sostenuto. Da questo spirito di intraprendenza dei giovani occorre ripartire, anche indirizzando le politiche economiche e occupazionali verso quei settori del mercato del lavoro che si presentano più dinamici, agendo sui percorsi formativi per far incontrare maggiormente domanda e offerta. Noi come sindacato e come parti sociali, anche attraverso questa iniziativa, stiamo lavorando attivamente per eliminare le barriere che ostacolano l’incontro tra i giovani e il lavoro ma è evidente che le istituzioni preposte devono concorrere affinché questi sforzi non siano vani”.

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