Fatti di Roma

LA SANITA’ NEL LAZIO STA RIPARTENDO

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E’ finita la fase regressiva e il Lazio e’ rientrato in un fase di ricostruzione. E’ cosi’ nella Sanita’, dove con i primi 3.500 nuovi assunti possiamo affrontare il dramma delle liste di attesa, e nei trasporti, dove il Cotral e’ passato da peggiore azienda pubblica, ad azienda dinamica, con bilanci in attivo e nuovi mezzi. Siamo in una fase diversa e stiamo ridiventando leader italiani, anche se nessuna Regione ce lo riconoscera’: il Lazio in ginocchio degli scandali faceva comodo a tutti”. Lo afferma, in un forum al Messaggero, pubblicato oggi, il candidato del centrosinistra alla guida della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, che aggiunge di rimproverarsi di “non aver politicizzato alcune conquiste: la stabilizzazione dei precari nella sanita’ o l’abolizione dei ticket. O i soldi tagliati dai vitalizi investiti per le borse di studio degli universitari”.

“Le liste d’attesa – dice Zingaretti sulla sanita’ – non le abbiamo create noi, le abbiamo trovate per via di un sistema distrutto. Senza personale prima gli ambulatori avevano orari ridotti. Le tecnologie e il sistema di prenotazione erano antiquati. Tutto questo sta cambiando. C’e’ un’inversione di tendenza, per la prima volta in dieci anni le liste d’ attesa stanno migliorando, ma ancora non e’ sufficiente”.

“In questi anni – afferma poi sull’emergenza rifiuti – abbiamo avuto grandi svolte: nel 2013 nel Lazio si interrava il 70 per cento dei rifiuti in maniera irregolare, questo non accade piu’; la raccolta differenziata e’ passata dal 22 al 44 per cento grazie anche agli investimenti della Regione, ma Roma sta rallentando. Sul piano rifiuti tutte le province hanno fornito le loro risposte, eccetto una. La Citta’ metropolitana di Roma”.

Sulla possibilita’ che la Regione, a questo punto, possa attivare i poteri sostitutivi con un commissario, Zingaretti afferma: “Dal punto di vista teorico non lo si puo’ escludere, ma sarebbe drammatico perche’ deresponsabilizzerebbe chi ha il compito di decidere. Faro’ comunque di tutto per evitarlo: servirebbe a sbloccare le aree idonee e il tipo di impiantistica, ma non inciderebbe sull’aumento della raccolta differenziata”. Sul sistema da utilizzare commenta: “Vista la tensione sociale e culturale che c’e’, dobbiamo puntare su riciclo e riuso. I termovalorizzatori non servono, ma i Comuni devono procedere spediti sul modello alternativo”.

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