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LA “CRISI DEL LATTE” COLPISCE ANCHE LE AZIENDE CAPITOLINE

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Si riverbera anche sul Campidoglio io problema dell’eccessivo ribasso dei prezzi del latte ovino, contro il quale in questi giorni gli allevatori in Sardegna stanno mettendo in atto plateali proteste. Un grosso stock di latte ovino di proprietà di Roma Capitale, quello prodotto nelle aziende agricole di Castel di Guido e Tenuta del Cavaliere, è infatti restato invenduto. Nessuna azienda o industria del settore lattiero-caseario, infatti, ha risposto all’avviso pubblico lanciato dalla giunta guidata da Virginia Raggi lo scorso novembre, attraverso il quale veniva sostanzialmente messo all’asta un quantitativo di 20.000 litri. Troppo alta evidentemente per gli attuali prezzi sul mercato la cifra posta a base d’asta per le offerte, ossia 0,75 euro al litro. Oggi, infatti, aziende e proprietari dei caseifici di pecorino romano pagano il latte di pecora non più di 60 centesimi al litro. Maggiore successo invece ha avuto il latte bovino, anch’esso messo all’asta lo scorso novembre per un quantitativo di 1 milione di litri con prezzo base 0,58 euro al litro. Ad aggiudicarsi il latte di mucca, con un’offerta di 0,60 euro al litro, è stata la Centrale del Latte di Roma, unica azienda ad aver presentato offerte, che porterà nelle casse delle aziende agricole capitoline 600 mila euro Iva esclusa. Per quanto riguarda il latte ovino rimasto invenduto, il Campidoglio ha deciso di procedere con ricorso a trattativa privata tramite ricerca sui siti web specializzati del settore.

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