Disabilità

INAUGURATA LA TARGA PER CELEBRARE LE PRIME PARALIMPIADI DEL 1960

È stata inaugurata questa mattina all’interno dello stadio delle Aquile intitolato a Paolo Rosi una targa commemorativa per ricordare come nel 1960 si svolsero a Roma le prime Paralimpiadi.

L’evento, al quale parteciparono 400 atleti di 23 nazionalità, iniziò la settimana dopo le Olimpiadi. All’inaugurazione hanno partecipato il presidente del Comitato italiano paralimpico Luca Pancalli, la sindaca di Roma Virginia Raggi, insieme al presidente del Coni Giovanni Malagò, al presidente dell’Inail Franco Bettoni, al delegato allo Sport della presidenza della Regione Lazio Roberto Tavani e ad Aroldo Ruschioni, atleta paralimpico che partecipò ai Giochi del 1960.

“Roma dello sport universale celebra oggi i 60 anni dalle prime paralimpiadi, un gesto rivoluzionario per l’epoca che includeva una nuova categoria di atleti e che iniziava un percorso storico per far capire che tutte le persone meritano una vita dignitosa, bella, e anche competitiva. Ciascuno con la propria abilità o disabilità”, ha detto Raggi. “Tanta strada si è fatta da allora – ha aggiunto – e tanta ancora ne deve essere percorsa. L’obiettivo è quello di diventare una società completamente inclusiva nella quale le differenze fra normodotati e disabili siano il più possibile azzerate. Credo sia un obiettivo da perseguire sia a livello istituzionale che personale”.

Per il presidente del comitato paralimpico Luca Pancalli con la targa “abbiamo celebrato l’intuizione con cui qualcuno, un visionario ai tempi, ebbe la sensibilità di portare a Roma i primi Giochi paralimpici della storia. A partire da quell’edizione si è costruita la storia del movimento paralimpico moderno. Roma 1960 è stato l’inizio di una storia che si è poi colorata di tante storie umane”. Secondo Malagò “dobbiamo essere orgogliosi della storia di Roma, questa è la meno celebrata ma è quella di cui dobbiamo essere più fieri”. Secondo Bettoni “quando capita un incidente che ti cambia la vita, la prima cosa è superare la sfida nella mente, poi a livello sanitario e poi riprendersi il lavoro e lo sport. Noi lavoriamo per questo, e con il Cip continueremo a farlo”.

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