Fatti di Roma

LA CASSAZIONE SULLA SENTENZA “MONDO DI MEZZO”: NON MAFIA, MA COLLUSIONE GENERALIZZATA

“La Corte senza affatto negare che sul territorio del comune di Roma possano esistere fenomeni criminali mafiosi, come questa Corte ha avuto modo di affermare, ha spiegato che i risultati probatori hanno portato a negare l’esistenza di una associazione per delinquere di stampo mafioso: non sono stati infatti evidenziati né l’utilizzo del metodo mafioso, né l’esistenza del conseguente assoggettamento omertoso ed è stato escluso che l’associazione possedesse una propria e autonoma fama criminale mafiosa”.

Lo scrive la VI sezione della suprema corte di Cassazione che in una nota ha anticipato i contenuti delle motivazione depositate oggi della sentenza dello scorso 22 ottobre con la quale è stato cancellato il capo d’imputazione all’articolo 416bis (l’associazione a delinquere di stampo mafioso) per gli imputati nell’ambito dell’inchiesta “Mondo di mezzo”, conosciuta anche con il nome di Mafia Capitale.

“La Cassazione – spiega ancora la nota – ha escluso il carattere mafioso dell’associazione contestata agli imputati e ha riaffermato l’esistenza, già ritenuta nel processo di primo grado, di due distinte associazioni per delinquere semplici: una dedita prevalentemente a reati di estorsione, l’altra facente capo a Buzzi e Carminati, impegnata in un a continua attività di corruzione nei confronti di funzionari e politici gravitanti nell’amministrazione romana ovvero in enti a questa collegati”.

In ogni caso la suprema corte conferma che: “è stato accertato un fenomeno di collusione generalizzata, diffusa e sistemica, il cui fulcro era costituito dall’associazione criminosa che gestiva gli interessi delle cooperative di Buzzi attraverso meccanismi di spartizione nella gestione degli appalti del Comune di Roma e degli enti che a questo facevano capo. Ciò ha portato alla svalutazione del pubblico interesse, sacrificato a logiche di accaparramento a vantaggio di privati”. Ma non era il timore garantito dalla “riserva di violenza” a favorire il sistema. S legge sempre nella nota il “sistema gravemente inquinato, non dalla paura, ma dal mercimonio della pubblica funzione. Una parte dell’amministrazione comunale si è di fatto ‘consegnata’ agli interessi del gruppo criminale che ha trovato un terreno fertile da coltivare”.

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