Religioni

IL PRESIDENTE IRACHENO HA INVITATO UFFICIALMENTE PAPA FRANCESCO

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Il presidente iracheno, Barham Salih, ha inoltrato a papa Francesco un invito ufficiale per visitare l’Iraq, “culla della civiltà e luogo di nascita di Abramo”. Nella missiva Salih ricorda la conversazione avuta con il Pontefice lo scorso novembre, durante la sua visita in Vaticano. “Nelle ultime quattro decadi l’Iraq è stato teatro di guerre e immensa sofferenza”, sottolinea Salih, ricordando “l’inimmaginabile distruzione delle comunità cristiane e irachene”. Citando la dimostrazione di “profonda attenzione e preoccupazione per i vulnerabili e i sofferenti” da parte di Francesco, Salih sottolinea che sarà di “incoraggiamento e immenso conforto per molti iracheni che stanno ancora subendo i riflessi del conflitto”.

La visita di Francesco, prosegue il presidente iracheno, “sarà un’opportunità per ricordare all’Iraq e al mondo che questa terrà ha dato all’umanità le prime leggi (il Codice di Hammurabi) e lo spirito di comunicazione tra popoli di differenti tradizioni religioni”. Salih spiega che Francesco sarà accolto non soltanto dai cristiani, ma anche da musulmani, yazidi e popoli di altre fedi legati dall’impegno per un futuro migliore”. La visita del Papa è stata al centro oggi del colloquio tra Salih e il patriarca di Babilonia dei Caldei, cardinale Louis Raphael I Sako.

Lo scorso 10 giugno, papa Francesco ha espresso la volontà di recarsi in Iraq nel 2020. Parlando nell’incontro con i partecipanti alla 92ma assemblea plenaria della Riunione delle opere di aiuto alle Chiese orientali, il pontefice ha dichiarato: “Un pensiero insistente mi accompagna pensando all’Iraq, dove ho la volontà di andare il prossimo anno, perché possa guardare avanti attraverso la pacifica e condivisa partecipazione alla costruzione del bene comune di tutte le componenti anche religiose della società, e non ricada in tensioni che vengono dai mai sopiti conflitti delle potenze regionali”. Il Papa aveva ricevuto lo scorso 24 novembre 2018 il presidente iracheno Salih e nel colloquio della durata di 25 minuti i due avevano discusso, tra le altre cose, del futuro sempre meno sicuro dei cristiani in Iraq e Salih aveva invitato Bergoglio a visitare il paese arabo. Lo scorso gennaio, il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, aveva detto in un’intervista all’emittente “Tv 2000” che “per un viaggio del Papa in Iraq ci devono essere quel minimo di condizioni che permettano al viaggio stesso di realizzarsi ma che attualmente non esistono”.

In Iraq i caldei rappresentano la maggioranza dei fedeli cristiani. La Chiesa caldea è una chiesa cattolica patriarcale di rito orientale con comunità in Medio Oriente, Europa, Oceania ed America settentrionale. Il primate della chiesa cattolica caldea è il patriarca di Babilonia che ha sede a Baghdad. Nel luglio 2014 i jihadisti del sedicente “califfo” Abu Bakr al Baghdadi hanno conquistato Mosul e sono dilagati nell’Iraq settentrionale. Una delle vittime è stata la comunità cristiana caldea della provincia di Ninive: duecentomila persone sono state costrette alla fuga nelle regioni confinanti sotto il controllo dei Peshmerga curdi. Molti di loro hanno scelto come nuova residenza la periferia di Erbil, capitale della regione autonoma del Kurdistan, dove hanno creato propri campi. Circa 15 anni fa i cristiani in Iraq erano circa 1,5 milioni, concentrati soprattutto nella Piana di Ninive, nella provincia di Mosul, mentre oggi si sono ridotti a circa 300 mila di cui due terzi rifugiati nel Kurdistan iracheno.

(Foto: Vatican News)

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