Fatti di Roma

IL MINISTRO TRENTA AL TEMPIO MAGGIORE, “SHOAH FERITA ANCORA APERTA”

Ruth Dureghello ed Elisabetta Trenta
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Ancora oggi la Shoah rappresenta “una ferita aperta e dolorosa per tutta l’umanità, e conoscerla e cercare di comprenderne le ragioni significa produrre gli anticorpi all’intolleranza, ai pregiudizi razziali, ai regimi dittatoriali. Nessuna fuorviante tesi negazionista o mistificatrice può lontanamente mettere in discussione il giudizio storico, universale ed oggettivo, su ciò che è stata la Shoah”. Così il ministro della Difesa Elisabetta Trenta, intervenendo al Tempio Maggiore di Roma in occasione del centesimo anniversario dalla fine della Grande Guerra. Per il ministro, “è nell’ignoranza che si cementano gli odi e i sospetti; è nell’indifferenza etica che crescono i pregiudizi; è nella perdita dei valori della libertà e della tolleranza che si originano nuove violenze”. “Ed è nostro compito, oggi – ha concluso Trenta – richiamare alla memoria e alla conoscenza delle giovani generazioni quelle tragiche pagine di storia, affinché nel dialogo, cresca la consapevolezza del bene comune per contribuire a un futuro di pace contro ogni forma di antisemitismo, razzismo e discriminazione”.

“Se oggi siamo qui è per rivendicare un’appartenenza, un’identità, per cui ringraziamo per il sacrificio i nostri nonni e i nostri bisnonni. Oggi, di fronte ai fatti che arrivano da tutto il mondo e a manifestazioni di antisemitismo rivendichiamo questa identità ed appartenenza”. Queste le parole della presidente della Comunita Ebraica di Roma, Ruth Dureghello, dopo aver accolto il ministro della Difesa Elisabetta Trenta in visita al Tempio Maggiore in occasione del centesimo anniversario dalla fine della Grande Guerra. Conflitto che fu, come ricordato dalla presidente “la prima occasione in cui ebrei italiani hanno avuto l’opportunità di combattere per la nostra nazione. Fu una partecipazione convinta e fu grande il contributo dato. Oggi dedichiamo loro il giusto tributo e rinnoviamo una memoria che passa dal sacrificio di queste persone”. Dal canto suo il rabbino capo Riccardo di Segni ha ricordato che “la nostra comunità si basa sulla memoria ed il rispetto della memoria ed abbiamo voluto questa cerimonia per esprimere un senso partecipazione collettiva. La lunga lista dei caduti mostra il contributo di sangue enorme dato dalla nostra comunità”.

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