Fatti di Roma

IL MINISTERO DELLA SOLITUDINE: A QUANDO QUELLO PER UMANIZZARE IL MONDO?

SolitudineETristezza


Lo stress e la depressione sono due nemici subdoli. Ti colpiscono quasi senza che te ne accorga e, come il pugile incapace di realizzare che il gancio in arrivo sta per spegnergli la luce, noi solo se siamo molto bravi e fortunati riusciamo a non andare al tappeto. Sui motivi per cui queste due malattie sono una vera piaga sociale se ne è parlato fin troppo e, non essendo un medico, commentare non è compito mio ma trovo entusiasmante che nel mondo qualcuno abbia aperto gli occhi e abbia avuto il coraggio di prendere in mano la situazione, almeno tentando di sconfiggere i due mali contemporaneai nati da un società che va di corsa e non pensa più.

E’ il caso dell’Inghilterra (sia mai che fossimo noi italiani, per una volta, a pensare ad una riforma sociale che potrebbe cambiare la vita a migliaia di persone) che istituirà un Ministero per la Solitudine. Dopo aver letto la notizia per la prima volta non mi sembrava una grande idea – lo ammetto – ma dopo averci riflettuto ho cambiato idea.

Perché? Perché ho pensato a quanto sarebbe bello che ci fosse qualcuno in grado di prendersi cura di chi è in quelle condizioni. Subito mi sono tornate in mente le numerose volte che mia nonna è rimasta sola dentro casa, per giornate intere, visti i ritmi di vita accelerati che ha la mia famiglia. ho preso in considerazione i tanti anziani che vivono in periferia tra mille problemi, quelli abbandonati a loro stessi e quelli che muoiono di noia, depressione o solitudine solo per non essere stati in grado di chiedere aiuto. Mi fanno riflettere tanto anche i bambini perchè genitori iper impegnati li lasciano crescere sempre più frequentemente con i nonni (o con le badanti) perché la risorsa più preziosa che abbiamo, il nostro tempo, sta diventando sempre meno e non possiamo più concederci il lusso di accompagnare nostra figlia a fare danza o il maschietto a correre dietro ad una palla in un prato.

Se da una parte è necessario cambiare alcuni dogmi del nostro sistema assistenziale e sociale, è altrettanto vero che serve una scossa forte dal basso, una presa di posizione capace di rimuovere le scorie di una società cresciuta con il mito dell’essere umano orgoglioso e auto sufficiente, quello capace di affrontare tutti i problemi da solo. Sarà fondamentale accogliere nuovi concetti che ci facciano realizzare di essere “solo” umani e non robot, che ci facciano accettare i nostri limiti e soprattutto, dire “Si” senza un milione di paranoie quando una mano si tende in nostro aiuto.

Pietro Proietti

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close