Fatti di Roma

IL MEGLIO IN EDICOLA DI MERCOLEDI’ 4 MARZO 2015

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corriere della sera

Terrorismo, aggiornata la mappa degli obiettivi (Rinaldo Frignani)

Ancora due giorni, poi dovrà essere completata la mappatura degli obiettivi a rischio terrorismo in tutta Roma. Ogni commissariato dovrà comunicare – in base alla circolare emanata il 27 febbraio scorso dalla Questura – il risultato dell’aggiornamento della lista di luoghi da vigilare. Uno screening che costituirà la base dei nuovi servizi di vigilanza della Capitale. Più approfonditi e più frequenti. Nell’elenco c’è di tutto: dal centro alle periferie, comprese chiese e moschee, e le abitazioni di personaggi che devono essere protetti.

La decisione è stata presa dalla polizia all’indomani della strage parigina nel giornale satirico Charlie Hebdo, alla quale è poi seguita quella nel supermercato kosher sempre nella capitale francese, il raid di Copenaghen e il blitz delle forze dell’ordine in Belgio che ha annientato due cellule terroristiche. «Solo a Roma le persone impegnate nella prevezione in questo settore sono 1.136», ha rivelato ieri il ministro dell’Interno Angelino Alfano intervenendo al comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica in Prefettura. «E la Capitale – ha aggiunto il responsabile del Viminale – è sicuramente la città più esposta del Paese».

Proprio in questo senso bisogna inquadrare l’arrivo, dopo Pasqua, dei 500 militari dell’Esercito che saranno dislocati nei posti di vigilanza fissa, in sostituzione di poliziotti, carabinieri e finanzieri che potranno essere così utilizzati per il controllo del territorio. «I soldati – spiega Alfano – sono in addestramento». Ma il ministro ha anche sottolineato come Roma sia «più sicura di capitali europee come Bruxelles, Berlino, Vienna ma è più esposta sul fronte dell’ordine pubblico: ci sono state 2mila manifestazioni in due anni e i romani sono stanchi. Ecco perché abbiamo deciso che il Comitato si riunirà una volta al mese».

Per Alfano, che ha presieduto la riunione con il prefetto Giuseppe Pecoraro, il questore Nicolò D’Angelo e i comandanti provinciali dei carabinieri e della Finanza Salvatore Luongo e Ivano Maccani, «rispetto al 2013, l’anno scorso si sono registrati 5mila reati in meno, ma più arresti, più denunce e beni sequestrati per 1,4 miliardi di euro. Inoltre contro la malavita organizzata abbiamo deciso di utilizzare i reparti di Prevenzione crimine». […]

Messaggero

Ztl, stop del Tar. La giunta tira dritto (Fabio Rossi)

Il Tar del Lazio boccia gli aumenti delle tariffe dei permessi per la Ztl (con rincari fino al 230 per cento). Ma il Campidoglio non cede e va allo scontro, annunciando un ricorso al Consiglio di Stato e, soprattutto, una nuova delibera che in pratica confermerà gli aumenti, introducendo alcuni elementi richiesti dai giudici amministrativi. Lo stop alla nuova disciplina delle zone a traffico limitato ha creato forti turbolenze a Palazzo Senatorio, portando l’assessore alla mobilità Guido Improta a paventare le dimissioni, prima di ottenere la rinnovata fiducia di Ignazio Marino. Ma il colpo è di quelli pesanti. Anche perché i giudici amministrativi, nell’accogliere il ricorso presentato dal Codacons e da diversi cittadini, sono entrati profondamente nel merito della questione.

Secondo il Tar la delibera, propedeutica al bilancio 2014, «non è stata supportata da adeguata istruttoria» che sarebbe servita a spiegare gli aumenti. I magistrati individuano alcune criticità, «che consistono essenzialmente nella gravosità ed onerosità economica delle tariffe di rilascio dei permessi Ztl» e contestano al Comune che «non sono stati previsti aumenti o potenziamenti delle linee del trasporto pubblico» e la delibera, quindi, «non è stata preceduta da un efficace miglioramento del trasporto pubblico». Inoltre, si legge ancora nel dispositivo, «si è provveduto all’aumento delle tariffe a distanza di meno di un anno dal precedente aumento del 2013» e «non sono poste in rilevanza soluzioni alternative ai problemi di contenimento del traffico privato urbano».

Le fibrillazioni sono state immediate. In Campidoglio molti hanno criticato la decisione del Tar, «perché entra in valutazioni politiche». Ma a sentirsi particolarmente colpito è stato Improta, che vede implicitamente bocciata dai giudici amministrativi la sua impostazione della mobilità romana del prossimo futuro. Che, per inciso, è la stessa che ispira il nuovo piano generale del traffico urbano (Pgtu), atteso a inizio primavera al vaglio dell’assemblea capitolina. L’assessore nel pomeriggio si è riunito con il sindaco e con il capo dell’Avvocatura capitolina, Rodolfo Murra. Alla fine è Marino ad annunciare la decisione di adottare la linea dura: «La sentenza muove da un principio importante che è quello per il quale è facoltà dell’amministrazione stabilire adeguate tariffe per l’accesso alla Ztl – spiega l’inquilino del Campidoglio – Non intendo pertanto rinunciare a tale prerogativa che lo stesso collegio del Tar mi riconosce». Il chirurgo dem annuncia quindi «una nuova delibera sullo stesso argomento nella prossima giunta». […]

Repubblica

Vigili a Capodanno i cinque sindacati contestano la multa “Punizione sommaria” (Gabriele Isman)

Non solo la multa da 20mila euro per Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Csa Ospol e Diccap Sulpl, ma anche un chiaro quadro di quanto avvenne prima, durante e dopo Capodanno, e una tirata d’orecchie al Comune invitato ad adoperarsi «per la costruzione di un proficuo sistema di relazioni sindacali incentrato sul confronto con le parti sociali », con la minaccia di intervenire in caso di future violazioni. Nelle 16 pagine della delibera di sanzione emessa ieri, l’Autorità nazionale sugli scioperi definisce «forma anomala di protesta» l’assenza di massa di oltre 700 vigili nella notte di San Silvestro, aggiungendo «il convincimento che tale forma di protesta sia riconducibile all’operato delle organizzazioni sindacali».
Importante il ruolo dei social network, e la Commissione presieduta da Roberto Alesse cita più volte il profilo Facebook della Uil Fpl: il primo post è del 18 dicembre scorso e riproduceva un volantino con la scritta “Una delle tre non ci sarà” e il riferimento al Capodanno, alla Befana e al derby dell’11 gennaio. Il post successivo sullo stesso profilo è del giorno dopo: “Lavoreranno in 3!!! Capodanno in famiglia e chi sarà di ordinario brindisi alle 24 al Comando del Corpo”. “Francesco Croce, in qualità di segretario regionale della Uil Plp, informa tutti i colleghi che, a partire da oggi, rimuoverà permanentemente la delega sindacale a tutti i delegati Uil Flp polizia locale, ancora impegnati in turni di lavoro straordinario” è invece il post del 20 dicembre.
La Commissione riconosce imagenzie: portanza alla riunione sindacale del 29 dicembre. Dopo quell’appuntamento erano cominciati a fioccare i certificati medici. Nell’audizione davanti all’Authority del 2 febbraio, Croce ha depositato un post in cui aveva scritto prima di Capodanno: “Domani sono tra i cooptati e non mi trincererò dietro nessuna forma elusiva”. Per i commissari, è la prova della consapevolezza del segretario circa la «sussistenza di un concreto pericolo di ricorso a forme elusive di protesta». […]
Tempo

Crack dell’Idi, chiusa l’inchiesta Quaranta rischiano il processo (Vincenzo Imperitura)

False fatturazioni, infedele dichiarazione, occultamento e distruzione della contabilità, bancarotta fraudolenta, appropriazione indebita aggravata, riciclaggio, false comunicazioni sociali ed indebito utilizzo di fondi pubblici: queste le accuse formalizzate dalla procura di Roma, che ha chiuso le indagini nei confronti di circa 40 indagati che ora rischiano di finire a processo per lo scandalo legato al dissesto finanziario della «Provincia italiana della Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione», l’ente ecclesiastico che nella capitale controlla l’Istituto dermopatico dell’Immacolata (Idi) oltre al San Carlo di Nancy e a Villa Paola. Presunto domunis dell’intera vicenda è padre Franco Decaminada, consigliere delegato dell’Idi che fino al 2011, arrestato nel 2013 assieme a Domenico Temperini, ex amministratore delegato di Idi-Farmaceutici nonché direttore generale pro-tempore di Idi-Sanità, e Antonio Nicolella, ex consigliere dell’imprenditore.

Il nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Roma ha accertato un passivo patrimoniale dell’ente pari a circa 845 milioni di euro, con distrazioni di disponibilità per oltre 82 milioni di euro, oltre a un indebito utilizzo di fondi pubblici per oltre 6 milioni di euro. I finanzieri in particolare, hanno ricostruito distrazioni attraverso prelievi di denaro in contanti dalle casse dell’ente ad opera, prevalentemente, di Padre Dacaminda e di Domenico Temperini […]

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