Fatti di Roma

IL MEGLIO IN EDICOLA DI MARTEDI’ 31 MARZO 2015

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corriere della sera

Brucia il centro d’accoglienza, 103 in salvo (Rinaldo Frignani)

Il palazzo è inagibile, i rifugiati sono stati ospitati presso altre strutture. E le indagini per accertare se l’incendio sia doloso sono appena all’inizio: c’è il sospetto fondato che le fiamme divampate domenica notte nel centro d’accoglienza di via Amarilli, alla Rustica, siano state appiccate per motivi ancora sconosciuti. È una delle ipotesi dei carabinieri in attesa della relazione dei vigili del fuoco, intervenuti alle 24.30 per domare l’incendio scoppiato al primo piano dell’edificio, un ex rifugio per clochard contro il freddo trasformato in centro di accoglienza per nomadi e immigrati franco-marocchini, gestito dalla cooperativa Casa della solidarietà. All’interno del palazzo di tre piani si trovavano 103 persone – compresi 62 minorenni, due neonati, tre donne incinta e alcuni malati – che sono state fatte uscire dai soccorritori. Nessuna di loro è rimasta ferita.

Le fiamme sarebbero partite da alcuni locali in disuso propagandosi poi nella parte dove si trovano gli uffici degli operatori. A dare l’allarme sono stati alcuni rifugiati che hanno visto il fumo uscire dalle stanze e invadere i corridoi e la tromba delle scale. Il sopralluogo dei pompieri ha svelato la presenza di gravi problemi strutturali, in parte già esistenti prima del rogo: cavi elettrici volanti, parabole tv montate in maniera poco sicura, vetrate senza manutenzione. Da qui la decisione di dichiarare inagibile tutto l’edificio.

Un’altra tegola nella galassia dell’accoglienza nella Capitale, dopo l’inchiesta sul «mondo di mezzo» che ha portato alla luce i traffici illeciti che si facevano sulla pelle degli immigrati proprio con l’assistenza e l’accoglienza. Per il sindaco Ignazio Marino l’incendio «è particolarmente grave. Sono preoccupato per un episodio che arriva in un momento in cui questa amministrazione sta smantellando un sistema su cui aveva investito anche la criminalità organizzata: mettere le mani in questo mondo ha costretto da qualche settimana sotto scorta l’assessore alle Politiche sociali Francesca Danese per le minacce ricevute». […]

Messaggero

Sicurezza, entro Pasqua i militari per le strade C’è il nodo del prefetto (Simone Canettieri)

I primi militari richiesti dal prefetto Giuseppe Pecoraro per la sicurezza di Roma sono già arrivati, entro la settimana saranno dislocati tutti e 500 davanti agli obiettivi sensibili della Capitale, sbloccando carabinieri e poliziotti per i servizi su strada. Chi è non ancora arrivato, invece, è proprio il successore di Pecoraro, che da domani va in pensione. In pole position per Palazzo Valentini rimane Franco Gabrielli, numero uno della Protezione civile. Ma la sua nomina nelle ultime 72 ore ha registrato una frenata.

Doveva essere all’ordine del giorno del consiglio dei ministri di venerdì scorso ma alla fine è saltata. Lo stop nasce proprio da chi dovrebbe prenderne il posto: il Governo ancora non ha deciso. «E’ in corso una riflessione», spiegano dal Viminale e da Palazzo Chigi. Una riflessione che da domani lascia la Capitale senza prefetto: in attesa della fumata bianca la reggenza spetterà alla vicaria Clara Vaccaro. E’ tutto un gioco di incastri, dunque. Lo schema che fino a poco tempo fa avevano in mente il premier Matteo Renzi e il ministro degli Interni Angelino Alfano era questo: Gabrielli prefetto di Roma e al suo posto, alla Protezione civile, Erasmo De Angelis, ora a capo della struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche del Governo. I giochi però non sono del tutto chiusi. E se non si incastrassero tutte le caselle, potrebbe spuntare un ”outsider” per Palazzo Valentini. L’ipotesi B è legata al trasferimento dei prefetti già al lavoro in giro per l’Italia. Si fanno i nomi di due donne: Francesca Canizzo (Palermo) e Paola Basilone (Torino). Circola in queste ore anche la candidatura di Luigi Varratta in servizio a Firenze. Ma la prima scelta è chiara: Gabrielli. Soprattutto in ottica Giubileo. L’idea del Governo, infatti, è quella di far gestire il coordinamento della cabina di regia dell’Anno Santo al nuovo prefetto nominandolo commissario a tempo seppur senza super poteri (niente a che vedere insomma con il modello-Bertolaso). E chi meglio di Gabrielli potrebbe gestire un evento simile?

In Campidoglio lo aspettano e contano le ore, visti anche i rapporti con Pecoraro (a proposito: il saluto istituzionale di commiato con il sindaco Ignazio Marino fino a ieri non c’era ancora stato). Se la vicenda nomine non si sbloccherà nel corso dell’ultimo consiglio dei ministri, c’è il rischio avvitamento. Intanto, sul fronte sicurezza Pecoraro chiude i sei anni romani con un buon ricordo. I primi 500 militari richiesti al Viminale per l’allarme terrorismo sono già arrivati.

Repubblica

I buchi della Metro C Sfumati i 300 milioni del governo Letta Ora a rischio altri 160 (Giovanna Vitale)

Prima sono sfumati i 300 milioni che il governo aveva stanziato a fine 2013 — con il cosiddetto Decreto del Fare, premier Enrico Letta — per completare la tratta Colosseo-piazza Venezia: la più delicata e problematica dell’intera linea C. Adesso, dopo la revoca di quel finanziamento, dimezzato l’anno successivo con lo Sblocca-Italia, rischiano di saltare anche i 160 milioni che il governo Renzi aveva deciso di puntare sulla terza metropolitana di Roma.
Il perché è presto detto: la condizione imposta dalla legge 164/2014 (“Misure urgenti per l’apertura dei cantieri, la realizzazione delle opere pubbliche…”) era appunto quella di iniziare i lavori entro agosto 2015. Ma poiché il progetto definitivo, cambiato in corsa dal general contractor su indicazione del Campidoglio, non è stato né mai discusso intorno a un tavolo dai tre enti finanziatori (oltre allo Stato, Comune e Regione), né è stata autorizzata una campagna di indagini integrativa sulle novità progettuali, la possibilità di “bucare” quel termine sono altissime. Specie alla luce delle ultime inchieste, penali e contabili, che hanno travolto la stessa linea C, il ministero delle Infrastrutture e Roma Metropolitane.
Una scadenza perentoria, quella di fine agosto. Così come lo era — o avrebbe dovuto esserlo — il requisito previsto dalla legge 98/2013 (cd. Decreto del Fare) per ottenere il finanziamento da 300 milioni, vincolato all’inizio del preesercizio della tratta da Pantano a Centocelle «entro il 15 dicembre 2013». Come poi è effettivamente avvenuto. Solo che nel frattempo il governo Letta ècaduto, è arrivato Renzi e i programmi sulla metro C sono cambiati. Come pure le scelte dell’amministrazione capitolina.

E sono cinque. Appena 200 metri di strada, una piazzetta nascosta fra Santa Maria di Loreto e le scale di via IV Novembre: piazza del Foro di Traiano da oggi non è più pedonale. Lo ha deciso il Tar, accogliendo il ricorso di alcuni residenti e lavoratori contro una delibera della Giunta capitolina intesa a restituire continuità al tracciato pedonale che da via Alessandria costeggia i Fori Imperiali fino a Palazzo Valentini. Con questo provvedimento, verrà ripristinata, a questo punto, l’area di sosta che conteneva stalli sulle strisce blu per circa 30 auto. La notizia, tuttavia è un’altra: quello di ieri è stato il quinto pronunciamento del Tar contro provvedimenti adottati dalla Giunta Marino nell’ultimo anno, il quarto in tema di mobilità, tutti arrivati nel corso di un mese di marzo nerissimo per l’assessorato ai Trasporti. A ottobre scorso, infatti, ci fu la bocciatura degli aumenti delle rette per gli asili nido, poi dai primi di marzo in fila l’annullamento degli aumenti alle Ztl (poi ripristinati con una delibera correttiva), la bocciatura delle limitazioni agli Ncc di fuori Roma e, quello più pesante, la stroncatura degli aumenti alle cosiddette strisce blu. Proprio sugli stalli a pagamento, tra l’altro, per oggi è attesa la prima decisione del Consiglio di Stato, che deve pronunciarsi sulla richiesta di annullamento della sospensiva del Tar, in vista della sentenza nel merito attesa fra un paio di mesi: già da oggi, in caso di accoglimento dell’istanza del Campidoglio, per qualche settimana i parcheggi torneranno a costare nuovamente 1,50 euro l’ora.

A incastrare i provvedimenti di Palazzo Senatorio è quasi sempre la forma, segno che gli uffici non sono in sintonia con i giudici amministrativi per ciò che riguarda la scrittura tecnica delle delibere. Nelle motivazioni del pronunciamento di ieri, infatti, si legge: «La determinazione – si legge nella sentenza – risulta del tutto oscura quanto a presupposti giustificativi, finalità e iter istruttorio».

«entro 180 giorni dalla ricezione delle linee guida, complete in ogni loro parte, che Roma Metropolitane deve comunicare a Metro C entro 10 giorni dalla sottoscrizione del presente atto», recita il punto 3.1 dell’accordo. Termini tutti rispettati, tant’è che a marzo 2014 Metro C consegna il definitivo alla società appaltante. Solo che poi, per qualche motivo, l’iter si incaglia: il progetto definitivo non viene mai trasmesso al Cipe e, sette mesi più tardi, il 6 ottobre, Roma Metropolitane chiede al Consorzio di aggiornarlo in base a nuove linee guida. La linea C non si fermerà più a piazza Venezia ma proseguirà sino a Prati, il capolinea diventa dunque “passante”: decisione che impone modifiche strutturali importanti, a partire dalle uscite.

Tempo

Foro di Traiano, il Tar dice no alla pedonalizzazione (Vincenzo Bisbiglia)

E sono cinque. Appena 200 metri di strada, una piazzetta nascosta fra Santa Maria di Loreto e le scale di via IV Novembre: piazza del Foro di Traiano da oggi non è più pedonale. Lo ha deciso il Tar, accogliendo il ricorso di alcuni residenti e lavoratori contro una delibera della Giunta capitolina intesa a restituire continuità al tracciato pedonale che da via Alessandria costeggia i Fori Imperiali fino a Palazzo Valentini.

Con questo provvedimento, verrà ripristinata, a questo punto, l’area di sosta che conteneva stalli sulle strisce blu per circa 30 auto. La notizia, tuttavia è un’altra: quello di ieri è stato il quinto pronunciamento del Tar contro provvedimenti adottati dalla Giunta Marino nell’ultimo anno, il quarto in tema di mobilità, tutti arrivati nel corso di un mese di marzo nerissimo per l’assessorato ai Trasporti. A ottobre scorso, infatti, ci fu la bocciatura degli aumenti delle rette per gli asili nido, poi dai primi di marzo in fila l’annullamento degli aumenti alle Ztl (poi ripristinati con una delibera correttiva), la bocciatura delle limitazioni agli Ncc di fuori Roma e, quello più pesante, la stroncatura degli aumenti alle cosiddette strisce blu. Proprio sugli stalli a pagamento, tra l’altro, per oggi è attesa la prima decisione del Consiglio di Stato, che deve pronunciarsi sulla richiesta di annullamento della sospensiva del Tar, in vista della sentenza nel merito attesa fra un paio di mesi: già da oggi, in caso di accoglimento dell’istanza del Campidoglio, per qualche settimana i parcheggi torneranno a costare nuovamente 1,50 euro l’ora.

A incastrare i provvedimenti di Palazzo Senatorio è quasi sempre la forma, segno che gli uffici non sono in sintonia con i giudici amministrativi per ciò che riguarda la scrittura tecnica delle delibere. Nelle motivazioni del pronunciamento di ieri, infatti, si legge: «La determinazione – si legge nella sentenza – risulta del tutto oscura quanto a presupposti giustificativi, finalità e iter istruttorio».

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