Fatti di Roma

IL 63% DEI ROMANI PREFERISCE L’AUTO AI MEZZI PUBBLICI

TRAFF
 

L’automobile privata è ancora il mezzo di trasporto preferito dagli italiani: tendenza addirittura in aumento dal 2008 ad oggi. A Roma, in particolare, il 63% degli spostamenti è effettuato con mezzi privati, a fronte di una media europea del 37%.
A fronte di un uso del 79,5% nel 2008 l’automobile è stata utilizzata all’81,1% nel 2016 per gli spostamenti urbani, mentre la quota degli spostamenti in moto cala dall’8% del 2008 al 5,3% del 2016 e cresce di un solo punto percentuale, passando dal 12,6 del 2008 al 13,6 del 2016 l’uso di mezzi pubblici.
Sono i dati resi noti stamattina nell’ambito del convegno Mobility Report organizzato da Aipark e Asstra e che lanciano un allarme su una tendenza in contrasto con il tema di una mobilità sostenibile, ovvero basata su Tpl, bici e spostamenti a piedi, nelle città italiane.
“La città del futuro deve essere sostenibile e intermodale e deve dare a tutti la possibilità di muoversi nella città. Più del 60% dei romani predilige ancora l’auto privata e per questo dobbiamo mettere in atto come amministrazione una serie di iniziative che vanno dalle corsie preferenziali ad opzioni di mobilità diverse, come le piste ciclabili e pedonali” ha spiegato l’assessora alla Mobilità di Roma, Linda Meleo, intervendo in apertura del convegno presso il centro congressi a piazza di Spagna.
A crescere negli ultimi anni, non solo il numero di spostamenti in auto privata, ma anche il totale del parco di autoveicoli, aumentato di oltre 16 volte rispetto agli anni sessanta. In altre parole la fila di autoveicoli presenti in Italia è passata dagli 11.246 km del 1961 ai 185.390 km di oggi: una crescita alla quale non è corrisposto un relativo aumento delle infrastrutture urbane per la sosta.
“Dove c’è un sistema di sosta c’è una crescita anche del trasporto pubblico” ha spiegato Massimo Roncucci, presidente di Asstra.
L’Italia con 1.409.779 posti auto fuori strada, tra i 24 paesi europei esaminati nell’ambito di un’altra indagine ‘Data Survey’ del 2013 è quello che dispone del numero minore di posti auto fuori strada (ovvero parcheggi dedicati non su superficie). Su strada il nostro Paese dispone di 1.810.647 posti auto per un totale di posti per la sosta di 3.220.426. Secondo l’analisi presentata al convegno Mobility Report sarebbe necessario realizzare almeno 650mila posti auto fuori strada per contrastare le due principali criticità causate dal parcheggio su strada: la circolazione passiva, ovvero quella che si sviluppa per la ricerca di un posteggio, e il rallentamento del traffico a causa di restringimenti di carreggiata dovuti a soste irregolari e in doppia fila.
“Abbiamo messo al centro la programmazione e per questo abbiamo dato vita al Pums che ridisegna il piano urbano per la mobilità sostenibile e che tra le altre cose prevede piani per la ciclabilità e la pedonalità – ha aggiunto Meleo – Altro punto è ridisegnare e rafforzare i parcheggi di scambio, tema che spesso viene messo da parte, ma abbiamo verificato che ci sono dei fondi Por Fesr, destinati a questo, e che useremo per ampliare e rafforzare i parcheggi di scambio”.
Ad oggi in Italia, tenendo conto di una media calcolata sulla città di Roma, si contano 70,8 vetture ogni cento abitanti a fronte di una media europea che non arriva a 40. E la mancanza di infrastrutture urbane per la sosta, come la scarsità dei servizi di trasporto pubblico, incidono sulla congestione urbana. Tra le 15 città più congestionate dal traffico in Europa ben tre sono italiane: Palermo, terza in classifica, Roma, all’ottavo posto, Messina al quindicesimo ma non lontane da queste troviamo Milano al 19esimo, Napoli al 20esimo e Torino al 25esimo.
La congestione si ripercuote sulla qualità di vita, da un lato per le ore perse nel traffico, che a Roma, ultimo dato disponibile al 2012, è pari a 87,39 per un costo totale per la città di oltre 2,3 miliardi. A Milano e a Napoli sono 70,45 le ore perse in media nel traffico nel 2012 per un costo che per Milano supera i 794 milioni, mentre a Napoli si assesta oltre i 593 milioni.
Dall’altro lato ripercussioni si registrano sul fronte della qualità dell’aria: oltre la metà delle città italiane con più di 200mila abitanti non rispetta il limite di concentrazione di polveri sottili.
“Le città hanno bisogno di politiche e scelte coraggiose in senso sostenibile – ha aggiunto Roncucci – Non è questione di fronteggiare solo un problema di salute ma anche l’opportunita per creare una migliore qualità di vita”.
Altro tema delicato quello dei “parcheggiatori abusivi che occupano spazi vuoti non sfruttati dalle autorità pubblicbe mostrando i luoghi in cui c è una domanda e su cui però la pubblica amministrazione non interviene” ha spiegato Lawrence A. Bannerman, presidente Epa e segretario generale Aipark per poi illustrare alcuni dati resi noti da una trasmissione televisiva su Rai Tre e secondo i quali “in Italia si contano 2254 parcheggiatori abusivi che creano un danno di quasi 5 milioni al mese all’erario e che sono principalmente concentrati a Napoli, dove se ne contano 1234, a Palermo con 671, seguono Roma con 226 e Milano con 45 parcheggiatori abusivi”.

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