Giovani e Scuola

I PRESIDI CONTRARI AI NUOVI ORARI D’INGRESSO E AI MEZZI AL 100%

Dai primi di aprile è possibile che la capienza sui mezzi pubblici, nelle grandi città, torni al 100% e che alle scuole venga chiesto di tornare in aula alle 8 e non in fasce orarie differenziate come avviene oggi. “Per questo abbiamo chiesto e avremo nei prossimi giorni, un confronto con il comune e la città metropolitana”, spiega il presidente dell’Anp, l’Associazione presidi di Roma, Mario Rusconi, che parla di “insensatezze, tra l’altro a poche settimane dalla chiusura delle scuole”.

“Non capiamo cosa voglia dire – afferma Rusconi – a poche settimane dalla fine dell’anno scolastico, cambiare gli orari di ingresso nelle scuole, ora che le famiglie avevano metabolizzato gli orari decisi a inizio anno scolastico, organizzando, conseguentemente, il menage familiare. Per non parlare di quello che comporta il cambiamento degli orari per le scuole, con tanti docenti che insegnano in più plessi e in più istituti. Tra l’altro tutto questo verrebbe fatto in un momento in cui i contagi continuano”. Anche i presidi di Andis intervengono sulla questione. “Come Andis Lazio esprimiamo preoccupazione rispetto all’accordo nella prefettura romana per il quale, oltre alla capienza al 100% degli autobus, si riporterebbe l’orario di ingresso degli istituti scolastici superiori di tutta Roma e provincia alle ore 8”, afferma Francesco Rossi, presidente dell’Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici (Andis) – Sezione Lazio.

“La norma, pur rientrando nelle decisioni che rappresentano chiaramente un ammorbidimento delle attenzioni nei confronti del rischio di contagio da COVID-19, rappresenta un nuovo cruccio per i dirigenti scolastici degli Istituti superiori – spiega – che già dall’anno scorso combattono con un orario di entrata e di uscita doppio che non sia solo il mero risultato di un programma informatico, ma tenti in tutti i modi di tenere in considerazione e bilanciare le esigenze didattiche degli alunni, le esigenze dei lavoratori e le necessità degli enti locali nella gestione, altrettanto non semplice, delle linee che più raccolgono gli studenti delle scuole superiori, per lo più abituati all’utilizzo del trasporto locale”.

Anche il rientro a scuola dei docenti no vax che vanno adibiti ad altre mansioni che non siano l’insegnamento, non convince i presidi: “è una misura improvvida anche perchè nelle scuole si è sempre a contatto con gli studenti. Attendiamo indicazioni dal ministero dell’Istruzione”, dicono.

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