Fatti di Roma

GUALTIERI HA SCELTO: MARINALI PRESIDENTE DI ACEA

Una manager d’esperienza con 25 anni di carriera al servizio dello Stato per guidare Acea: sarà Barbara Marinali, presidente di Open Fiber e consigliera di amministrazione di WeBuild, la nuova presidente della partecipata di ROMA Capitale. Era lei il nome di alto profilo che aveva in testa il sindaco Roberto Gualtieri per prendere il posto di Michaela Castelli, che ieri sera aveva rassegnato le dimissioni. Il sindaco, in qualità di socio di maggioranza di Acea spa, ha scritto all’amministratore delegato Fabrizio Palermo chiedendogli di convocare un cda straordinario per procedere alla cooptazione in seno all’organo di Marinali, “e la sua contestuale nomina a presidente della società”.
Marinali, nata a ROMA nel 1964, ha un lungo curriculum: da dicembre 2021 è presidente di Open Fiber e da aprile 2021 siede nel Cda di Webuild. Da settembre 2020 a marzo 2022 è stata senior advisor del Ceo di Snam dove ha svolto, tra l’altro, il ruolo di team leader dei progetti relativi al settore idrico.
Dal 2013 al 2020 è stata componente del primo consiglio dell’Autorità di regolazione dei trasporti. Dal 2009 al 2013 è stata dg per le infrastrutture stradali del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, ma conta anche esperienze dirigenziali al Cipe, alla Presidenza del consiglio dei ministri, all’Autorità garante della concorrenza e del mercato, al Mef e al Mise.
Per Gualtieri è lei il profilo giusto per affrontare le prossime sfide che aspettano la multiutility. Prima tra tutte quella del termovalorizzatore di ROMA, che il primo cittadino, nella sua veste di commissario, ha deciso di realizzare nell’area di Santa Palomba. Potrebbe essere stata proprio la questione dell’impianto per lo smaltimento dei rifiuti – Acea sarebbe in corsa per realizzarlo – alla base della decisione di Castelli di lasciare l’incarico. Una “decisione di natura strettamente personale – spiegava nella lettera di dimissioni – la cui maturazione ha preso avvio negli ultimi giorni dell’anno appena conclusosi e che si è via via consolidata nel contesto dei nuovi assetti di governance indicati dal socio di controllo.
L’accelerazione verso nuovi progetti strategici dell’azienda – l’altro passaggio rilevante della lettera – mi ha portato a ritenere giunto il momento di lasciare spazio a nuove figure volte a proseguire, nell’ambito di tali nuovi assetti, i compiti attribuiti al presidente di Acea”. Castelli era presidente dal 21 giugno 2018, piena èra Virginia Raggi e Movimento 5 stelle.
Forse l’avvicinarsi delle scadenze per la presentazione delle manifestazioni di interesse sul termovalorizzatore e magari il sospetto di non essere rinnovata a breve nella sua carica possono essere state parte delle riflessioni che l’hanno portata a lasciare la guida della maxi-azienda romana.
Azienda che intanto, da qualche giorno, è al centro di una polemica legata alle accuse di presunti comportamenti sessisti e discriminatori nei confronti di alcune hostess di una società esterna da parte dell’ad Palermo. Solo la scorsa settimana, però, pur dando mandato all’Ethic Officer di avviare un’indagine interna, il cda presieduto da Castelli aveva rinnovato la fiducia al manager. Dai consiglieri capitolini però continuano ad arrivare richieste di chiarezza: “A noi ancora non è arrivata la documentazione richiesta ad Acea la scorsa settimana – afferma la presidente della commissione Pari opportunità Michela Cicculli – La vicenda per noi rimane aperta perché le dimissioni di Castelli non possono rappresentare la chiusura della vicenda”. Anche il sindacato Usb non è soddisfatto della gestione del caso da parte di Acea: “L’azienda – sostiene la coordinatrice nazionale Lavoro privato Fabiola Bravi – ha avuto fretta a schierarsi con Palermo, ma non ha permesso di ricostruire, con adeguata oculatezza, la vicenda della denuncia delle lavoratrici. Se i fatti fossero accertati vorremo anche una presa di posizione del Campidoglio e del sindaco”.

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