Religioni

DOPO L’ACCORDO CON PECHINO IL PAPA SCRIVE AI CATTOLICI CINESI

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“Nel sesto anno del mio Pontificato, che ho messo fin dai primi passi sotto il segno dell’Amore misericordioso di Dio, invito tutti i Cattolici cinesi a farsi artefici di riconciliazione, ricordando con sempre rinnovata passione apostolica le parole di Paolo: Dio ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione”. Lo scrive Papa Francesco nel messaggio che ha inviato oggi “ai cattolici cinesi e alla Chiesa universale” dopo un “accordo provvisorio” siglato sabato scorso da Santa Sede e Governo cinese sulla nomina dei vescovi.

“In questo spirito e con le decisioni prese, possiamo dare inizio a un percorso inedito, che speriamo aiuterà a sanare le ferite del passato, a ristabilire la piena comunione di tutti i Cattolici cinesi e ad aprire una fase di più fraterna collaborazione, per assumere con rinnovato impegno la missione dell’annuncio del Vangelo. Infatti, la Chiesa esiste per testimoniare Gesù Cristo e l’Amore perdonante e salvifico del Padre”.

“In un frangente tanto significativo per la vita della Chiesa, tramite questo breve Messaggio, desidero, innanzitutto, assicurarvi che siete quotidianamente presenti nella mia preghiera e condividere con voi i sentimenti che abitano il mio cuore”, scrive Jorge Mario Bergoglio. “Sono sentimenti di ringraziamento al Signore e di sincera ammirazione – che è l’ammirazione dell’intera Chiesa cattolica – per il dono della vostra fedeltà, della costanza nella prova, della radicata fiducia nella Provvidenza di Dio, anche quando certi avvenimenti si sono dimostrati particolarmente avversi e difficili. Tali esperienze dolorose appartengono al tesoro spirituale della Chiesa in Cina e di tutto il Popolo di Dio pellegrinante sulla terra. Vi assicuro che il Signore, proprio attraverso il crogiuolo delle prove, non manca mai di colmarci delle sue consolazioni e di prepararci a una gioia più grande”.

“Proprio al fine di sostenere e promuovere l’annuncio del Vangelo in Cina e di ricostituire la piena e visibile unità nella Chiesa, era fondamentale affrontare, in primo luogo, la questione delle nomine episcopali. È a tutti noto che, purtroppo, la storia recente della Chiesa cattolica in Cina è stata dolorosamente segnata da profonde tensioni, ferite e divisioni, che si sono polarizzate soprattutto intorno alla figura del Vescovo quale custode dell’autenticità della fede e garante della comunione ecclesiale. Allorquando, nel passato, si è preteso di determinare anche la vita interna delle comunità cattoliche, imponendo il controllo diretto al di là delle legittime competenze dello Stato, nella Chiesa in Cina è comparso il fenomeno della clandestinità. Una tale esperienza – va sottolineato – non rientra nella normalità della vita della Chiesa e ’la storia mostra che Pastori e fedeli vi fanno ricorso soltanto nel sofferto desiderio di mantenere integra la propria fede’”; scrive il Papa citando la lettera ai cattolici cinesi di I Benedetto XVI.

“Vorrei farvi sapere che, da quando mi è stato affidato il ministero petrino, ho provato grande consolazione nel constatare il sincero desiderio dei Cattolici cinesi di vivere la propria fede in piena comunione con la Chiesa universale e con il Successore di Pietro, il quale è ’il perpetuo e visibile principio e fondamento dell’unità sia dei Vescovi che della moltitudine dei fedeli’. Di tale desiderio mi sono giunti nel corso di questi anni numerosi segni e testimonianze concreti, anche da parte di coloro, compresi Vescovi, che hanno ferito la comunione nella Chiesa, a causa di debolezza e di errori, ma anche, non poche volte, per forte e indebita pressione esterna”

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