Disabilità

DISABILITA’: ASS. DIVENTO GRANDE ONLUS, “PER AUTISMO NON SOLO DOPO DI NOI, MA ANCHE ATTENZIONE ALLA VITA QUOTIDIANA”

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Foto di G. Marchese.


Si è svolta a Villa Ada la manifestazione “Corriamo per l’autismo”, gara competitiva e passeggiata non competitiva organizzata dall’associazione di genitori di ragazzi con disturbi dello spettro autistico “Divento Grande Onlus”.

L’evento è uno dei tanti modi in cui l’Associazione cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica per abbattere ogni discriminazione e autofinanziare le attività che svolge per andare incontro alle famiglie che non trovano nel pubblico una risposta adeguata ai bisogni. la corsa è stata anche l’occasione per rilanciare sulla necessità di politiche più attente alle famiglie che devono affrontare mille problemi con un figlio autistico.

Attualmente in Italia 400.000 famiglie vivono il dramma dell’autismo. La madrina della gara di corsa è stata la cantante ed atleta paraolimpica Annalisa Minetti, che ha sottolineato che “la corsa è integrazione e vedere i ragazzi correre verso lo stesso traguardo vuol dire anche che non c’è nulla di cosi invalidante che impedisca di poter fare alcune cose. Un ragazzo autistico ha un istinto quasi nobile verso la vita perchè è dotato di una eccellenza della sensibilità ed è proprio per questo eccesso di sensibilità che si chiude al mondo esterno. Dunque nello sport, che è un mezzo di comunicazione incredibile che appartiene a tutti, può trovare quasi un riscatto personale.”

Salvatore Bianca, presidente dell’Associazione e padre di un ragazzo autistico, ha sottolineato come l’autismo sia una condizione di vita e non una malattia, perchè un bambino autistico diventerà un adulto autistico e dunque è necessario pensare al “durante noi” e non solo al “dopo di noi” nell’accompagnamento delle famiglie, mentre attualmente dopo i 12 anni per la Repubblica Italiana questi ragazzi  “guariscono” e possono soltanto accedere all’invalidità civile, sempre che i genitori abbiano il coraggio di metabolizzare il problema ed attivare l’iter burocratico.

Bianca prosegue evidenziando che “c’è da costruire la cultura dell’inclusione e da mettere l’autismo al centro di politiche sociali reali, che vuol dire porre attenzione alle realtà del territorio e alle famiglie. Soltanto in questo modo si potranno evitare tragedie come quella recente di Città di Castello dove una madre disperata ha ucciso il figlio autistico. Il Ministero della Salute ha ottimi propositi ed il Ministro Lorenzin ha mostrato grande sensibilità e posto molta attenzione al problema, ma tra realtà e propositi c’è una distanza enorme ed è necessaria una programmazione a lungo termine, oltre a finanziamenti per progetti e per la diagnosi precoce, che è fondamentale per evitare che taluni aspetti della patologia divengano cronici. Ma soprattutto è necessario capire che gli autistici sono cittadini a tutto titolo della nostra società”.

Daniela Pieri

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