Fatti di Roma

DALLA REGIONE LAZIO L’OK AL PIANO PER LA RISERVA DI DECIMA-MALAFEDE

Il Consiglio regionale del Lazio, presieduto da Mauro Buschini, ha approvato a maggioranza il piano di assetto della riserva naturale di Decima Malafede. Si tratta della delibera consiliare che stabilisce la perimetrazione definitiva dell’area protetta, prevede l’articolazione del territorio interessato in diverse “zone”, con gradi di tutela differente a seconda delle loro caratteristiche, prevede i diversi gradi di accessibilità, sia pedonale che veicolare e individua, infine, le attrezzature e i servizi per la fruizione sociale della riserva. L’assessore all’Agricoltura e all’ambiente, Enrica Onorati, nella relazione introduttiva ha voluto ricordare che “in due anni di lavoro ci avviamo ad approvare il quarto piano di assetto, grazie anche al lavoro della commissione e del Consiglio regionale. Quello di Decima Malafede è atteso da 17 anni. Si tratta dell’area protetta regionale più estesa del Comune di Roma. Questo piano è uno strumento operativo importante per garantire la tutela delle aree con più alto tasso di naturalità, valorizzare le attività agricole con particolare riferimento a quelle a minor impatto ambientale, assicurare modalità di fruizione della riserva eco-compatibili attraverso la realizzazione di percorsi pedonali e ciclabili che mettano in rete i servizi presenti nell’area protetta”.

La discussione generale è partita con l’intervento del presidente della commissione Ambiente, Valerio Novelli: “Ricorderemo questa legislatura per il lavoro fatto per i nostri parchi e le nostre riserve naturali – ha spiegato – Il Parco di Decima Malafede, anche in considerazione della sua estensione, è uno dei più importanti del Lazio, con grandi bellezze naturalistiche e archeologiche. All’interno della riserva ci sono aziende agricole di assoluto rilievo. Va ricordata l’occupazione delle terre alla fine degli anni ’70, per proteggerle dall’ennesima colata di cemento, terre che oggi sono coltivate con metodi biodinamici. Nel piano siamo riusciti a far convivere queste diverse anime dell’area naturale, favorendo lo sviluppo delle aziende agricole e garantendo i servizi necessari alle zone più antropizzate. Importante anche la scheda progetto che riguarda il Campus Biomedico, una realtà che si avvia a diventare una delle più importanti del Lazio. Il lavoro che abbiamo fatto in commissione ha permesso di arrivare in aula con soli 19 emendamenti”. Novelli, in conclusione, ha invitato tutti i consiglieri e la Giunta a riflettere sulla “norma che prevede il ritorno dei provvedimenti in Giunta, con il meccanismo del silenzio-assenso, eliminando il confronto democratico”.

Fabrizio Ghera (Fd’I) ha parlato di “provvedimento importante, abbiamo presentato alcuni emendamenti che riguardano soprattutto i toponimi, zone nate come abusive, poi regolarizzate, che hanno il diritto di avere tutti i servizi necessari, nel rispetto dell’ambiente. Ci sono addirittura strade che non possono essere riparate perché si trovano nel perimetro del parco, non si possono completare importanti opere pubbliche. E’ vero che in gran parte sono questioni di competenza di Roma Capitale, ma il dipartimento urbanistico del Comune in questi anni non ha di certo brillato. Crediamo questa sia l’occasione per dare risposte a queste migliaia di cittadini. Chiediamo, infine, che nell’area della riserva sia compreso anche il campo nomadi di Castel Romano: va eliminata quella deroga che ha consentito di realizzare questa struttura in quell’area”. Di avviso opposto Paolo Ciani (Centro solidale), secondo il quale “la questione del campo nomadi di Castel Romano va estrapolata dalla discussione. Non si può fare demagogia politica su una questione aperta da 15 anni, su cui hanno responsabilità tutti gli amministratori che si sono succeduti”. Giuseppe Simeone (Forza Italia) ha spiegato che questa “proposta di piano di assetto è stata approvata da Roma Natura 18 anni fa, il tempo che ci vuole a un bambino per diventare maggiorenne. E’ passato troppo tempo, la Giunta ha approvato il provvedimento soltanto alla fine del 2019. Abbiamo disegnato un perimetro, senza dare gli strumenti per lo sviluppo di questa riserva. Il piano pensato nel 2002 è attuale ancora oggi? Quello che approviamo oggi, con la velocità della nostra società, non corrisponde a quello che è stato pensato 18 anni fa. Chi ci spiega i motivi di questi enormi ritardi?”.

Secondo Eugenio Patanè (Pd): “Tutte le Regioni hanno problemi con tutti gli strumenti di pianificazione. È un problema legato alla complessità dei procedimenti amministrativi che stanno alla base di questi provvedimenti. Il lavoro di questi mesi dell’assessorato e della commissione ha permesso, con un grande processo di partecipazione, affrontando i problemi aperti insieme ai cittadini, di arrivare a un piano aggiornato che guarda al futuro. Vorrei, poi, riportare i piani di assetto alla loro natura, non sono varianti urbanistiche, ricordiamolo sempre. Infine, sul campo di Castel Romano: la deroga di cui si è parlato consente al Comune di Roma di cercare una soluzione, dobbiamo sempre ragionare con umanità, pensando alle persone”. Ha concluso la serie di interventi Massimiliano Maselli (FdI) è tornato sul tema del “ritardo con cui questo piano è arrivato in Consiglio, ce ne sono ancora più di 10 in attesa. Speriamo che siano messi presto all’ordine del giorno dell’Aula. Un ritardo che va a discapito di tutti gli operatori che insistono in queste aree. I parchi senza piano di assetto sono come dei frigoriferi che congelano tutte le attività”.

Nel corso della votazione sono stati discussi e approvati diversi emendamenti che riguardano adeguamenti alle norme entrate in vigore successivamente all’elaborazione del piano, la valorizzazione dell’agricoltura sociale. Respinti, invece, gli emendamenti sul campo di Castel Romano e sui toponimi, motivo che ha portato al voto contrario di Fd’I, Lega e Forza Italia. Prima del voto finale, l’Aula ha approvato due ordini del giorno collegati al Piano presentati da Eugenio Patanè (Pd). Con il primo si impegna la Giunta a sollecitare il Comune di Roma – con riferimento agli ambiti di recupero e valorizzazione paesistica – all’adozione degli strumenti per la denominazione urbanistica di “toponimo” delle aree di Trigoria Alta e Strampelli, “con la conseguente possibilità di affidare la redazione dei progetti dei piani particolareggiati a consorzi fra proprietari delle aree interne alla perimetrazione che ne facciano richiesta ai residenti stessi”. Con il secondo ordine del giorno, invece, si impegna la Giunta a favorire un accordo tra l’ente gestore della Riserva naturale Decima Malafede e la società As Roma, affinché quest’ultima “conceda, compatibilmente con le esigenze della società, l’utilizzo degli impianti sportivi anche al territorio, ai cittadini e alle realtà presenti”.

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