Giovani e Scuola

DALLA REGIONE FONDI ALLE UNIVERSITÀ PER FAR STUDIARE I DETENUTI

Approvata in giunta la delibera con cui vengono stanziati 180mila euro da destinare alle Università “per agevolare e promuovere gli studi universitari e la diffusione dell’istruzione universitaria tra i detenuti. Le risorse sono destinate a iniziative di sostegno del diritto allo studio e alla creazione di poli universitari, nonché all’ampliamento dell’offerta didattica digitale”. Lo ha dichiarato la proponente della proposta Valentina Corrado, Assessore al Turismo, Enti Locali, Sicurezza urbana, Polizia locale e Semplificazione amministrativa. “Destinatari della misura sono le Università che hanno sottoscritto un Protocollo d’intesa con il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio e il Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziari. Ad oggi hanno sottoscritto il protocollo l’Università degli Studi Roma Tre, l’Università degli Studi Tor Vergata, l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale e l’Università degli Studi della Tuscia”.

“La delibera di oggi – dice anche Corrado- si somma ad altri due interventi già approvati che ho presentato nelle scorse settimane, lo stanziamento di 170mila euro per iniziative che daranno nuove competenze digitali a supporto dei percorsi trattamentali, in un’ottica di reinserimento sociale dei detenuti, e allo stanziamento dei 550mila euro destinati alla riqualificazione degli spazi, a interventi di digitalizzazione e di adeguamento tecnologico per il miglioramento delle condizioni dei detenuti. Sono misure queste finalizzate al miglioramento delle condizioni della popolazione detenuta della nostra regione. Favorire e promuovere gli studi, in particolare, significa offrire nuovi stimoli e contrastare l’immobilità mentale, implementare il bagaglio culturale e quindi dare strumenti di formazione e istruzione capaci di incentivare la riflessione ma anche agevolare l’instaurazione di relazioni umane. Il carcere non è un luogo altro rispetto alla società, anzi ne è parte integrante, per questo devono essere pensate linee di azione che garantiscano ai detenuti la riabilitazione e la rieducazione in vista del reinserimento nella società”.

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