Religioni

DAL VATICANO UN VADEMECUM PER I CASI DI PEDOFILIA

Il Vaticano ha pubblicato un Vademecum per affrontare i delitti di pedofilia da parte dei chierici. Porte aperte alle denunce anonime, mentre sull’obbligo di riferire alle autorità civili da parte dei vescovi resta l’indicazione di seguire le legislazioni locali. Ribadita l’inviolabilità del segreto confessionale ma si chiede di superare le abitudini del passato per le quali bastava trasferire un prete pedofilo da una diocesi all’altra per chiudere il caso.

“Il desiderio è che questo strumento – si spiega – possa aiutare le diocesi, gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, le conferenze episcopali e le diverse circoscrizioni ecclesiastiche a meglio comprendere e attuare le esigenze della giustizia su un delictum gravius che costituisce, per tutta la Chiesa, una ferita profonda e dolorosa che domanda di essere guarita”.

“Non si tratta di un testo normativo: nessuna nuova legge viene promulgata, nessuna nuova norma emanata – spiega il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il card. Luis Francisco Ladaria Ferrer -. Si tratta invece di un ’manuale di istruzioni’, che intende prendere per mano chi deve trattare concretamente i casi dall’inizio alla fine, ovvero dalla prima notizia di un possibile delitto (notitia de delicto) alla conclusione definitiva della causa (res iudicata). Tra questi due estremi vi sono tempi da osservare, passaggi da compiere, comunicazioni da attivare, decisioni da prendere”. Alcune conferenze episcopali hanno già adottato le loro linee guida ma questo strumento dovrà essere il faro per il trattamento dei casi futuri.

Intanto in tutto il mondo si stabilisce chi sono le vittime: i minori di 18 anni (via dunque le norme che prevedevano età inferiori) e gli ’adulti vulnerabili’, le persone cioè che hanno fragilità mentali. E anche sui delitti non ci si limita all’atto di violenza ma sono oggetto delitti anche le proposte sessuali fatte ai minori in chat, così come la produzione di pornografia con i piccoli. Il documento dà indicazioni dettagliate alle diocesi e alle congregazioni religiose, dalle prime indagini fino al processo. E si stabilisce anche come comportarsi nelle more della decisione con il presunto reo che, fino alla fine, è innocente.

È possibile dunque la sospensione anche temporanea dal ministero sacerdotale, come anche può essere lo stesso accusato a chiedere la dispensa al Papa dallo stato clericale. Si disciplinano le varie procedure tra le quali ce n’è una anche extragiudiziale. In Vaticano si auspica che la piaga della pedofilia possa essere ridimensionata non solo con queste norme ma anche con una nuova formazione.

Il segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, mons. Giacomo Morandi, afferma: “Quando terminerà questa fase di ’emersione’ del passato, sono convinto, e tutti lo speriamo, che il fenomeno a cui assistiamo oggi potrà rientrare. Va detto però che la via della verità e della giustizia è una delle vie di risposta della Chiesa. Necessaria sì, ma non sufficiente. Senza una adeguata formazione, un attento discernimento, una serena ma decisa prevenzione essa da sola non potrà sanare questa ferita a cui oggi assistiamo”

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