Dal Campidoglio

COMUNALI, A CONFRONTO IMMAGINE E LOOK DI TRE CANDIDATI SINDACO

Giachetti Raggi Marchetti


Oggi come non mai, ma è una tendenza che vale da tantissimo tempo, l’apparenza per i personaggi pubblici, che siano politici o star della televisione, è importantissima e allo stesso tempo è un modo di comunicare, di cercare consenso ed elettorato.

Cesare Casiraghi, uno dei pubblicitari più quotati in Italia, ha applicato le regole del marketing elettorale e televisivo dando un giudizio sui candidati sindaco di Roma Virginia Raggi, Roberto Giachetti e Alfio Marchini.

In questo particolarissimo confronto è Marchini quello che è più televisivamente interessante, poiché “si presenta molto bene, è diretto nelle risposte alle domande che gli vengono poste e conciso nei concetti che esprime senza troppi bizantinismi – spiega il pubblicitario -, ha inoltre più degli altri un naturale talento alla presenza in video, sia nella postura, che nella mimica facciale, spesso sorridente e forse più degli ha il fisique du role, ovvero è quello che a Roma definiscono un ‘belloccio’, qualità di significativo peso (si pensi a Rutelli) per noi esperti al momento della scelta di un ‘volto’. Lo vedrei bene come testimonial di un profumo pour homme”

Giachetti, personaggio che si presenta in maniera molto differente da Marchini, viene giudicato con ”con simpatia e massimo rispetto – afferma Cesare Casiraghi – un po’ troppo ‘trasandato’, nel look, frequentemente con la barba incolta e forse meno ‘belloccio’ di Marchini. Sicuramente distonico dall’immagine del suo capo partito e premier Matteo Renzi. Ciò non significa però che non possa essere efficace su uno specifico target di telespettatori. A lui affiderei il ruolo di protagonista in uno spot di un fuoristrada”.

Infine si sofferma sull’unica donna dei tre che ha commentato, Virginia Raggi, mettendola a paragone con la prima Boschi (paragone che magari apprezzerà solo stilisticamente parlando), attribuendole il merito di essere sempre di “curata nel look, di ottimo aspetto e molto preparata, ma che spesso appare un po’ troppo ingessata e didascalica nell’eloquio. Direi per fare un esempio, -suggerisce il fondatore e direttore creativo della Casiraghi&Greco- sempre col massimo rispetto, una brava studentessa più concentrata nel fare colpo sul professore che sull’audience. Una maggiore naturalezza, qualche puntualizzazione di meno e qualche spunto di ironia o spirito in più la renderebbe televisivamente più sexy e più efficace come testimonial”. E conclude “sarebbe un’ottima testimonial per un prodotto medicale da banco”.

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