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CHRISTUS VIVIT, IL PAPA “ESORTA” I GIOVANI: VIVETE!

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È stata presentata oggi, alle ore 11.30, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, l’esortazione l’Esortazione Apostolica postsinodale “Christus vivit” di Papa Francesco. La stessa che il Pontefice aveva firmato davanti ai giovani intervenuti a Loreto lo scorso 25 marzo. “Cristo vive – si legge all’inizio del testo, composto da nove capitoli divisi in 299 paragrafi – Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita. Perciò, le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane cristiano sono: Lui vive e ti vuole vivo!”

Nel primo capitolo, “Che cosa dice la Parola di Dio sui giovani?”, Papa Francesco ricorda alcuni giovani presenti nell’Antico Testamento – “in un’epoca in cui i giovani contavano poco” – per poi passare al nuovo testamento. “Gesù, l’eternamente giovane – scrive il Papa – vuole donarci un cuore sempre giovane”. “Notiamo che a Gesù non piaceva il fatto che gli adulti guardassero con disprezzo i più giovani o li tenessero al loro servizio in modo dispotico. Al contrario, chiedeva: “Chi tra voi è più grande diventi come il più giovane”.

Nel secondo capitolo, “Gesù Cristo sempre giovane”, il Pontefice parla degli anni giovanili di Gesù. Gesù non era un “adolescente solitario”, ma “un giovane che condivideva tutta la vita di una famiglia ben integrata nel villaggio”. Per questo, la pastorale giovanile deve includere progetti che rafforzino i giovani e “li accompagnino e li proiettino verso l’incontro con gli altri”. Anche la Chiesa deve essere “sé stessa” e giovane: “Chiediamo al Signore che liberi la Chiesa da coloro che vogliono invecchiarla, fissarla sul passato, frenarla, renderla immobile”. E aggiunge: ci sono giovani che “chiedono una Chiesa che ascolti di più, che non stia continuamente a condannare il mondo”.

Nel terzo capitolo, “Voi siete l’adesso di Dio”, Francesco afferma che “i giovani sono il futuro del mondo”. Il Pontefice ricorda il dolore in cui vivono molti di loro: la guerra, le violenze, gli stupri. “Non possiamo – aggiunge – essere una Chiesa che non piange di fronte a questi drammi dei suoi figli giovani”. Il Papa poi continua affrontando vari temi: la sessualità, “spesso causa di incomprensione e di allontanamento dalla Chiesa”; il mondo digitale, un “luogo irrinunciabile”, ma anche “territorio di solitudine, manipolazione, sfruttamento e violenza”; i migranti, per cui chiede ai giovani di “non cadere nelle reti di coloro che vogliono metterli contro altri giovani che arrivano nei loro Paesi, descrivendoli come soggetti pericolosi”; gli abusi sui minori.

Nel quarto capitolo, “Il grande annuncio per tutti i giovani”, Papa Francesco annuncia tre verità: “Dio ti ama”, “Cristo ti salva” e “Egli vive!”.

Nel quinto capitolo, “Percorsi di gioventù”, il Papa sottolinea che “L’amore di Dio e il nostro rapporto con Cristo vivo non ci impediscono di sognare, non ci chiedono di restringere i nostri orizzonti. Al contrario, questo amore ci sprona, ci stimola, ci proietta verso una vita migliore e più bella”. Francesco invita i giovani a non guardare il mondo da turisti: “Fatevi sentire! Scacciate le paure che vi paralizzano… vivete!”.

Nel sesto capitolo, “Giovani con radici”, il Pontefice esprime sofferenza nel “vedere che alcuni propongono ai giovani di costruire un futuro senza radici, come se il mondo iniziasse adesso”. Secondo il Papa chi propone di ignorare la storia desidera che i giovani siano “vuoti, sradicati, diffidenti di tutto, perché possiate fidarvi solo delle sue promesse e sottomettervi ai suoi piani”.

Nel settimo capitolo, “La pastorale dei giovani”, si concentra su questa struttura consueta che – colpita dai cambiamenti sociali e culturali – non riesce a dare risposte alle inquietudini dei giovani. La pastorale giovanile ha bisogno di fare autocritica e trovare flessibilità.

L’ottavo capitolo parla della “Vocazione”, che pare dal presupposto che “ciò che vuole Gesù da ogni giovane è prima di tutto la sua amicizia”. “Per realizzare la propria vocazione – spiega il Papa – è necessario sviluppare, far germogliare e coltivare tutto ciò che si è. Non si tratta di inventarsi, di creare sé stessi dal nulla, ma di scoprirsi alla luce di Dio e far fiorire il proprio essere”. Il Papa continua poi parlando dell’amore e la famiglia, incoraggiando i giovani a “scommettere sulla famiglia” e a non lasciare che gli sia rubata “la possibilità di amare sul serio”: Papa Francesco tocca poi la questione del lavoro, necessario: “È vero che non puoi vivere senza lavorare e che a volte dovrai accettare quello che trovi, ma non rinunciare mai ai tuoi sogni, non seppellire mai definitivamente una vocazione, non darti mai per vinto”. Francesco conclude questo capitolo parlando delle “vocazioni a una consacrazione speciale”: non bisogna “escludere la possibilità di consacrarsi a Dio”, ma avere la certezza che darà pienezza alla vita”.

Nell’ultimo e nono capitolo, “Il discernimento”, il Papa afferma che senza di esso “possiamo trasformarci facilmente in burattini alla mercé delle tendenze del momento”. A chi aiuta i giovani nel discernimento sono richieste tre sensibilità: l’attenzione alla persona, il discernere e ’ascolto profondo di “dove vuole andare veramente l’altro”.

L’esortazione si conclude con un desiderio, quello che i giovani corrano più veloce di chi è lento e timorato: “La Chiesa ha bisogno del vostro slancio, delle vostre intuizioni, della vostra fede… E quando arriverete dove noi non siamo ancora giunti, abbiate la pazienza di aspettarci”.

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