Fatti di Roma

CHI SBAGLIA NON PAGA MAI

ventura solo


E’ inutile girarci attorno, il calcio è lo sport degli italiani e, spesso, specchio fedele della nostra società; non è una critica, anzi, siamo fatti così. Il giorno dopo l’eliminazione subita dall’Italia nel doppio confronto con gli svedesi, anche solo camminando per strada, era possibile vedere la delusione dipinta sui volti delle persone, in altrettante la rabbia e la frustrazione di vederci privati di questo sogno mondiale, ormai impossibile da realizzare; il lato più brutto di questa faccenda, perché l’attaccamento al calcio e allo sport non possono essere considerati tali, è che nel nostro paese nessuno si vuole assumere le colpe, nessuno accetta la sconfitta né sul campo né fuori dal campo e nessuno vuole pagarne le conseguenze.

Il movimento calcistico italiano dovrebbe essere fonte d’ispirazione per le nuove generazioni di sportivi, ma non dovrebbero farlo solo gli atleti: i vertici sono quelli che dovrebbero dare veramente esempio, di sapersi assumere le proprie responsabilità sia quando si vince che quando si perde, invece raggiunto uno dei punti più bassi della nostra storia calcistica, il Ct non voleva dimettersi se non con una ricca buonuscita, il Presidente della FIGC, il primo responsabile del fallimento, ha invece confermato che non si dimetterà e anzi, sta facendo di tutto per rimanere al suo posto, contattando top allenatori. Questo non ce lo meritiamo noi e tutti quei giovani che vedono ancora il calcio con passione, non consapevoli che è gestito da politicanti, da persone che guardano sempre prima ad interessi economici e personali piuttosto che al bene delle varie discipline. Per uscire da questa crisi è necessario un profondo cambiamento che sconvolga tutto e riconsegni lo sport in mano agli sportivi.

Non si vive di solo calcio però, difficile a credersi ma dovrebbe essere così. Oggi è la prima Giornata Mondiale dei Poveri, indetta da Papa Francesco con un’iniziativa dal valore sociale e di sensibilizzazione enorme, pienamente in linea con le attività svolte durante tutto il suo pontificato volte a dare la giusta attenzione, sostegno e vicinanza agli ultimi e ai più fragili; questa settimana però va sottolineato come ci sia stata un’importante apertura da parte della Chiesa sul tema dell’accanimento terapeutico che, a differenza dell’eutanasia non decide chi deve vivere o morire, e proprio Bergoglio stesso sostiene che sia “lecito  sospendere le cure sproporzionate”. Mai nessun Papa nella storia della Chiesa aveva preso una posizione così chiara su questo delicatissimo tema.

L’ultima riflessione va’ fatta necessariamente anche sulla situazione ad Ostia. Dopo i fattacci della settimana scorsa, oggi si sta andando a votare per decidere chi sarà il vincitore del ballottaggio tra il candidato di centro destra e quello dei grillini in un clima di tensione e confusione inaccettabile, accentuato dal portone della sede del PD di Ostia Antica andato a fuoco nella notte di giovedì; questo atto di intimidazione è gravissimo ma sottolinea ancora una volta l’assoluta necessità del ripristino della legalità nel decimo municipio.

Pietro Proietti

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