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CARDINALE BAGNASCO: LE “DROGHE” DELL’ALCOL E DEL GIOCO D’AZZARDO

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Intervenendo in apertura della 68° Assemblea della Conferenza Episcopale Italiana, il presidente cardinal Angelo Bagnasco si è soffermato sul tema dell’azzardo legale, dell’alcolismo e della loro progressiva diffusione. Lo scorso anno infatti sono stati almeno 75mila i ragazzi, tra gli 11 e i 17 anni, preda dell’alcol ed anche il gioco d’azzardo colpisce in maniera sempre più massiva.

L’alcolismo è “un fenomeno che alimenta preoccupazione generale ma che dovrebbe essere maggiormente considerato”, ha affermato Bagnasco. “Che cosa stiamo testimoniando ai nostri giovani?” si è chiesto il porporato nella prolusione “Quale educazione, quali valori, quale visione della vita, quale idea di felicità? La loro libertà è veramente libera? La società si pone questi interrogativi inquietanti? Oppure si gira dall’altra parte, cercando di compensare con le cose le nostre mancanze educative, le visioni corte della vita?”.

Altro fenomeno in crescita, “sotto lo sguardo distratto di molti e compiaciuto di alcuni”, è il gioco d’azzardo. “Negli ultimi due anni il fatturato è stato di 90 miliardi, terzo fatturato dopo Eni ed Enel” ha avvertito il presidente della CEI, che ha fatto notare che il gioco d’azzardo “rappresenta il 10% dei consumi delle famiglie italiane ed è valutato in circa 800 miliardi”.

“Il 40% del fatturato – ha proseguito il cardinale – è dovuto alle slot machine che in Italia sono 414.000: una ogni 145 abitanti, a fronte di una ogni 261 abitanti in Germania, e negli Stati Uniti una ogni 372 abitanti. Infine, i giocatori patologici sono stimati in circa 700/800mila. Presto dovrebbe uscire un’importante normativa, che ad oggi sembra non contenere alcuna limitazione circa l’apertura delle sale da gioco, né circa la pubblicità del gioco d’azzardo”.

La denuncia del cardinale è chiara: “questa specie di droga insidia ogni fascia d’età, mangiando risparmi e pensioni, a volte interi stipendi di famiglia. Naturalmente, sono preda più facile coloro che sono meno abbienti e più deboli”. Un grazie infine, dal presidente della CEI, è andato al quotidiano Avvenire “per la continua e puntuale attenzione dedicata a questo dramma verso il quale non mancano realtà ecclesiali e gruppi che da tempo si impegnano con la loro vicinanza e il loro aiuto”.  (SIR)

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