Cultura

AL MUSEO GARUM DI ROMA IN MOSTRA I MENU CHE HANNO ‘FATTO LA STORIA’

Eventi storici molto importanti sono stati suggellati, il più delle volte, da pranzi e cene con tanto di menu sontuosi. Inconsuete testimonianze del passato che oggi assurgono a dignità di esemplari rari da scoprire in una mostra che si compone di 400 importanti menu originali appartenenti alle principali collezioni, private e pubbliche, che saranno esposti al pubblico per la prima volta al Garum di Roma, la biblioteca e il museo della cucina ideato da Rossano Boscolo in via dei Cerchi 87, nei pressi del Circo Massimo.
La concessione a Garibaldi della cittadinanza onoraria di Londra, o magari la colazione offerta dal Presidente Cossiga a Michail Gorbaciov e alla Signora Rajssa Gorbaciova all’indomani della caduta del muro di Berlino. E ancora il menu che racconta che cosa hanno mangiato i passeggeri del Titanic.

La mostra ‘Un Mondo di Menu, la grande Storia a tavola‘ sarà aperta dal 5 al 7 aprile ed è gratuita. Ed è così che tutti gli interessati potranno ammirare dal più antico menu a stampa conosciuto del 1803 a quelli ideati per la concessione a Garibaldi della cittadinanza onoraria di Londra o magari per il primo pranzo di Hitler e Mussolini o quelli legati alle celebrazioni per il matrimonio di William & Kate, passando per le incoronazioni di Elisabetta II e di Nicola II, l’ultimo Zar. I menu esposti – e ampiamente descritti nel catalogo analitico a stampa che accompagna la mostra – sono dunque legati a eventi storici e situazioni particolari.

Alla mostra collaborano fra gli altri: Maurizio Campiverdi, proprietario della più vasta collezione di menu conosciuta, Academia Barilla, l’Istituto Luigi Sturzo, il Museo Panini di Modena, Casa Artusi, lo Zeppelin Museum di Friedrichschafen e, eccezionalmente, l’Archivio Storico della Presidenza della Repubblica. La prefazione del catalogo è a firma del Prof. Alberto Capatti mentre la curatela del catalogo e dell’evento è di Maurizio Campiverdi, Franco Chiarini Giulio Fano, Matteo Ghirighini e Roberto Liberi.

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