Fatti di Roma

A ROMA GLI STATI GENERALI DEI BENI PUBBLICI

Si è svolta ieri la prima edizione degli Stati generali del patrimonio di Roma alla Centrale Montemartini, in zona Ostiense, che ha visto anche la contestazione di un centinaio di persone dei movimenti per il diritto all’abitare in protesta. Cinquecento spazi saranno destinati a uso sociale e nella capitale sorgeranno 15 hub del talento, della cultura e del lavoro – uno per Municipio – ma anche nuovi studentati innovativi e al passo con i tempi. Risorse pubbliche saranno investite per destinare parte dei beni pubblici all’abitare, la prima tranche di finanziamenti è di 220 milioni sul bilancio del 2022. Entro qualche settimana, inoltre, a quanto si è appreso, verrà presentato il regolamento per la gestione degli immobili disponibili e indisponibili, mentre prosegue il lavoro di ricognizione e censimento del patrimonio pubblico capitolino.

“Stiamo lavorando in parallelo, tanto al censimento quanto al regolamento del patrimonio pubblico, sia disponibile che indisponibile, e su questo vogliamo andare avanti in tempi molto serrati”. ha detto il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. Nella gestione del patrimonio pubblico capitolino “un’ottica puramente contabile non può essere la logica prevalentemente. Il patrimonio deve andare a beneficio delle casse del comune ma anche a beneficio dei cittadini che vogliono concorrere ad animare la vita della città, concorrere a rendere migliori i nostri quartieri”, ha precisato. “Ci sarà una norma transitoria per arrivare a un regolamento definitivo – ha aggiunto – e penso si possa arrivare al risultato storico di fare del patrimonio non più un problema, che si trascina da tempo, ma una poderosa leva di trasformazione, crescita, sostenibilità e inclusione nella nostra città”.

Secondo l’assessore al Patrimonio, Tobia Zevi, sono due le grandi esigenze della città: portare i servizi essenziali nei quartieri, con il progetto di città dei 15 minuti, e recuperare le incompiute. “Il patrimonio pubblico ha un impatto enorme sulla città – ha detto Zevi – al punto che un’azione sul patrimonio basterebbe da sola a cambiare la faccia di interi quartieri. Ma prima dobbiamo cogliere le due grandi esigenze della città: la rinascita della vita di quartiere, il tema della città dei 15 minuti, che passa per un nuovo modo di abitare e che chiede servizi di prossimità e l’esigenza di ridare slancio alla città con progetti significativi anche di rilevanza internazionale. E anche qui il patrimonio è un asset fondamentale – ha concluso -, pensiamo al completamento delle Vele di Calatrava che finalmente trova un suo senso in vista del Giubileo e dell’Expo 2030”.

Nel corso dell’evento una contestazione dei movimenti per il diritto all’abitare si è tenuta in via Ostiense: un centinaio di persone si sono radunate con bandiere dei sindacati degli inquilini e striscioni. “Roma non si sgombera”, lo slogan della piazza tra cori e interventi al megafono mentre il sindaco, nel suo intervento alla Centrale Montemartini, ricordava: “Dobbiamo avere più spazi per le politiche per l’bitare e la nostra scelta di bilancio è stata chiara fin da subito: abbiamo messo 220 milioni nel 2022 per aumentare gli spazi destinati all’abitare e l’idea è proseguire con cifre in aumento nei prossimi anni”.

Titolo dell’evento “Pubblicittà” che ha riunito esponenti della politica e della società civile per “immaginare insieme la città pubblica”, ha detto Zevi. Tra i partecipanti: la presidente dell’Assemblea capitolina Svetlana Celli, il presidente del Municipio Roma VIII Amedeo Ciaccheri, il presidente della commissione Patrimonio e Politiche abitative del Campidoglio Yuri Trombetti, il direttore di Caritas di Roma Giustino Trincia, il magistrato e scrittore Giancarlo De Cataldo, l’amministratore delegato di Terna Antonio Donnarumma, l’architetto e fondatrice di T-Studio Guendalina Salimei. Hanno moderato i tavoli: Tommaso Salaroli, Maria Claudia Clemente, Silvia Rovere e Stefano Ciafani.

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