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A FOCENE SPIAGGIA NEGATA AI DISABILI CHE SCRIVONO AL PAPA

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“Quest’anno centinaia di famiglie sono private di uno spazio accogliente, vittime della follia della burocrazia e di questioni interne alla Chiesa” racconta Dario Dongo, membro del direttivo del Disability Pride e attivista per i diritti civili. 

La vicenda nasce anni fa, quando un tratto di arenile di Focene (comune di Fiumicino) viene concesso dal Demanio ad un convento di suore, che lo concede a sua volta a una associazione di volontari. Anche grazie all’impegno del parroco di Focene, si realizza una spiaggia senza barriere: “E’- spiega Dongo – uno stabilimento semplice ma dotato di tutto quello che è necessario per varie forma di disabilità: pedane in legno fino all’arenile, diverse sedie che entrano in acqua, servizi e soprattutto una ricca squadra di personale volontario che si occupa della accoglienza e della assistenza”. Ma i disabili che, in queste prime settimane estive, hanno provato a passare una giornata al mare, hanno trovato i cancelli chiusi: “Quest’anno – racconta Dongo – la spiaggia di Focene non haancora aperto, perché c’è una denuncia per abuso edilizio”. Motivo? “I volontari, con le poche migliaia di euro raccolte dagli sponsor, hanno realizzato delle tettoie in legno per difendere i visitatori dal sole. L’anno scorso per il caldo ci sono stati diversi malori e allora hanno pensato di realizzare queste difese dal sole. Ora le tettoie sono state abbattute”. Insomma, l’unica spiaggia attrezzata per i disabili nel litorale laziale è “sotto sequestro per una tettoia, in una zona martoriata dagli abusi”. A chi chiede chi può risolvere questo caso, l’attivista dei diritti dei disabili risponde senza esitazioni: “Credo solo il Papa…”.

E infatti i volontari e gli affezionati hanno scritto al Pontefice per sensibilizzarlo al caso. Allargando il discorso alla situazione dell’accessibilità delle spiagge, il membro del direttivo del Disability Prides ottolinea che “essendo così pochi gli spazi in grado di accoglierli, in queste spiagge si concentrano in pochi metri di arenile così tanti disabili che il rischio è quello di trasformarle in ghetti”.  E poche sono le alternative. Oltre alla Madonnina, nel Lazio, c’è un campeggio attrezzato al Circeo e poi una spiaggia ad Anzio: “Si tratta di un piccolo tratto, poco adatto, non c’è neanche un distributore di acqua, che il Comune ha concesso ad un’associazione volontari, ponendo una condizione assurda per cui l’accesso è limitato ai disabili e a non più di 2 normodotati, per cui, ad esempio, io non ci posso andare con mia moglie e i miei due figli”. Infine, c’è una spiaggia a nord, a Tarquinia “ma l’accesso al mare è problematico, non ci sono sdraio adeguate e ci sono servizi inadatti”. Fuori Regione l’esempio più virtuoso è rappresentato dalla costa romagnola, ma “è un caso isolato”, denuncia Dongo, segnalando come altra zona felice la spiaggia di Cagliari, dove tutto il lido del Poetto è privo di barriere architettoniche.

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