Fatti di Roma

A FINE MARZO PER ATAC PERDITE PER 57,5 MILIONI

Da quando è iniziata l’emergenza sanitaria, in media, Atac, azienda capitolina per il trasporto pubblico locale, sta perdendo oltre 2,5 milioni al giorno, tra mancati ricavi sulla vendita dei biglietti e spese vive (carburanti e costi di mantenimento) che deve comunque sostenere per mandare avanti il servizio, seppure a scartamento ridotto da alcuni giorni.

Dal 9 marzo, data in cui il governo ha stabilito la chiusura di tutte le attività commerciali, ad eccezione di quelle che forniscono beni di prima necessità, ad oggi, Atac – stando a una stima elaborata da Agenzia Nova – entro la fine di marzo brucerà circa 57,5 milioni di euro, di cui 20,3 milioni soltanto di mancati ricavi sulla vendita dei titoli di viaggio. Nel 2018, anno dell’ultimo bilancio d’esercizio disponibile, Atac ha ricavato oltre 271,8 milioni di euro dalla vendita dei biglietti e abbonamenti: in media più di 22,6 milioni di incassi al mese soltanto dai titoli di viaggio, circa 755 mila euro al giorno. Il trend si è confermato anche a gennaio 2020, quando i ricavi da vendita dei biglietti hanno sfiorato i 22 milioni di euro. Dal 31 gennaio, però, dopo l’accertamento dei due primi casi di persone positive al coronavirus a Roma, sui mezzi pubblici della Capitale si è registrato un progressivo calo del numero di passeggeri, e di turisti soprattutto, che a oggi è stimabile in un mancato traffico di presenze che pesa almeno al 90 per cento sul totale.

La perdita per le casse di Atac, stando soltanto all’invenduto dei titoli di viaggi, è stimabile quindi in almeno 20,3 milioni di euro per il mese di marzo: si tratta di circa 656,1 mila euro al giorno che vanno in fumo. A queste perdite vanno aggiunti i costi vivi: l’erogazione di stipendi al personale e i costi di carburante e manutenzioni che servono per far continuare a circolare i mezzi, seppure a servizio ridotto a partire dal 14 marzo scorso. Per quanto riguarda i dipendenti, nel 2018, Atac ha sborsato più di 538,4 milioni di euro, per una spesa media che si assesta attorno ai 44,8 milioni al mese: quindi quasi 1,5 milioni al giorno a marzo, ed è un costo che resta più o meno invariato anche con l’emergenza in corso. Sul fronte delle spese vive, invece, nel 2018 l’azienda capitolina del trasporto pubblico ha fatto fronte a un costo di oltre 131,1 milioni di euro: 83,4 milioni circa per manutenzioni prime, sussidiarie, di consumo e merci; 47,7 milioni circa per i carburanti.

In media il costo vivo giornaliero, tenendo già conto di due mesi di servizio ridotto (luglio e agosto), tra carburanti e altre spese, per Atac si aggira attorno ai 359,1 mila euro. È possibile quindi stimare ad oggi, tra mancati ricavi sui titoli di viaggio (circa 656,6 mila euro/giorno) e costi da sostenere (359,1 mila euro/giorno per le spese vive e 1,5 milioni/giorno per il personale), una perdita di oltre 2,5 milioni al giorno. Dal 9 marzo, data in cui il governo ha stabilito la chiusura di tutte le attività commerciali, meno che quelle che forniscono beni di prima necessità, a fine mese Atac quindi brucerà circa 57,5 milioni di euro. L’azienda capitolina, in questo momento, si trova in regime di concordato preventivo ma vista la straordinarietà della situazione bisognerà in futuro capire quali misure saranno messe in campo per la post emergenza, sia dagli enti locali che dal governo per garantire l’equilibrio economico e finanziario della società.

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