Giovani e Scuola

30 ANNI FA STRAGI MAFIOSE, ZINGARETTI: “RIGUARDANO ANCHE IL PRESENTE”

Si è svolto oggi, 19 maggio, il secondo appuntamento di “Le mafie di ieri e di oggi a trent’anni dalle stragi di Capaci e di via D’Amelio. Memoria e Impegno”, promosso, presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma, dalla Regione Lazio e dedicato agli studenti delle scuole di Roma e del Lazio.

“Come Regione Lazio teniamo molto a questo anniversario, perché ciò che è successo 30 anni fa riguarda anche il presente. Riguarda donne e uomini che sono stati uccisi, riguarda la storia italiana, ma anche la nostra libertà, la possibilità di vivere in un Paese libero senza condizionamenti, in cui possiamo esprimerci e crescere senza subire intimidazioni e minacce”, ha detto il governatore Nicola Zingaretti.
“Il motivo di fondo per cui siamo qui, è perché la lotta alle mafie è vincente se è di tutti, se la deleghiamo alle autorità non vinceremo mai- ha aggiunto- Chi fa impresa, chi studia, chi si impegna nella gestione della cosa pubblica, tutte e tutti possiamo fare qualcosa. Se la mafia, che sembra invincibile, uccide un uomo o una donna significa che ne ha timore.
Allora il corpo non c’è più, ma rimane qualcosa che dobbiamo prendere in mano. Siamo qui per questo, per dire che si è vero li avete uccisi, ma se pensavate che con quelle stragi avreste posto fine alla lotta, avete sbagliato, perché il testimone l’abbiamo preso noi”.

Dello stesso parere anche il Procuratore della Repubblica, Francesco Lo Voi: “La storia è nota, ricordiamo le catene umane, la costituzione di una legislazione antimafia che ci invidiano in tutto il mondo. L’incremento enorme dei sequestri e delle confische di beni di illecita provenienza, grazie alla splendida intuizione dell’onorevole La Torre, ovviamente vittima di ‘Cosa nostra’. Noi abbiamo fatto, chi più chi meno, quello che potevamo fare. Ora tocca a voi, per tutto ciò che c’è ancora da fare negli anni a venire. Per questo, e lo dico senza retorica, è davvero emozionante vedere una sala tanto piena di giovani”.
“Anche io 30 anni fa in un momento pensai che fosse tutto finito, ma per fortuna non è successo e la reazione è stata enorme- ha aggiunto Lo Voi- ma c’è tanto ancora da fare. Il sistema di gestione dei beni sequestrati va aggiornato, non solo per qualche scandalo che ha coinvolto anche i magistrati. Ma perché dopo un certo numero di anni ogni legge richiede un tagliando, perché il mondo è cambiato, e con esso il modo di trasferire e gestire il denaro. Bisogna aggiornarlo per agevolare la scoperta di quell’esercito sempre più nutrito di prestanome.
Le ‘facce pulite’ che fanno favori ai boss e alle cosche locali, intestandosi attività commerciali e produttive”.
Altro mezzo fondamentale della lotta alla mafia che va implementato, secondo Lo Voi, è la collaborazione internazionale nel settore dell’investigazione. “Nonostante gli enormi passi avanti fatti in questo campo, dobbiamo superare i troppi ostacoli burocratici ancora presenti nei rapporti fra Stati, per rispondere in modo adeguato a una mafia sempre più internazionale”, ha concluso.

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