TAR ESCLUDE DAL CALCOLO DELL’ISEE LE INDENNITA’ PER DISABILI E ACCOMPAGNO
Il Consiglio di Stato, con una sentenza di oggi, ha respinto il ricorso dell’Esecutivo contro una sentenza del tar del Lazio dell’11 febbraio 2015, ha giudicato come illegittima la riforma dell’Isee (indicatore della situazione economica equivalente) cioè lo strumento per per permettere l’accesso ad aiuti e a prestazioni sociali a condizioni agevolate. La parte dichiarata non idonea è quella che considera nel reddito familiare anche le pensioni per disabilità e di accompagnamento, così come gli indennizzi erogati dall’Inail; nei fatti, il Tar ha accolto il ricorso che proveniva proprio da familiari delle persone disabili, cioè a chi influisce di più questo calcolo.
Si legge nella sentenza che “l’indennità di accompagnamento e tutte le forme risarcitorie servono non a remunerare alcunchè, nè certo all’accumolo del patrimonio personale, bensì a compensare un’oggettiva ed ontologica situazione d’inabilitò che provoca in sè e per sè disagi e diminuzione di capacità reddituale. Tali indennità o il risarcimento sono accordati a chi si trova già così com’è in uno svantaggio, al fine di pervenire in una posizione uguale rispetto a chi non soffre di quest’ultimo ed a ristabilire una parità morale e competitiva. Essi non determinano infatti una ‘migliore” situazione economica del disabile rispetto al non disabile, al più mirando a colare tal situazione di svantaggio subitada chi richiede la prestazione assistenziale, prima o anche in assenza di essa.”
Sulla questione esprime il suo giudizio, quasi rassegnato, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, che fa sapere come “governo non possiamo che prendere atto della sentenza appena depositata dal Consiglio di Stato e provvederemo ad agire in coerenza con questa decisione” a conclusione di una serie di controversie che ha visto il governo non vincente.