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“SUI ROM IL CAMPIDOGLIO HANNO SBAGLIATO TUTTO”, LA POLEMICA ARRIVA DAL VIMINALE

© Roberto Monaldo / LaPresse 28-07-2008 Roma Interni Campo Rom Casilino 900 Nella foto Donne e bambini Rom
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La gestione dei rom, in particolar modo a Torre Maura, è stata sbagliatissima. Non si portano settanta persone di notte, in segreto, in un territorio dove c’è tensione sociale. Il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni in una intervista a “Il Messaggero” guarda le vicende romane con occhio critico. L’amministrazione Raggi ha revocato l’assegnazione della casa alla famiglia che ieri non è riuscita a entrare nell’alloggio a Casal Bruciato. “Parto da un principio: le case si danno a chi ha diritto, bisogna far rispettare il principio di legalità. Se uno ha diritto alla casa è giusto che la ottenga. Serve più coraggio. Salvini con l’immigrazione ha avuto coraggio ed è andato fino in fondo”. L’occupazione abusiva a Casal Bruciato è stata caldeggiata da Casapound. Il sottosegretario condanna le forme di violenza, e capisce i cittadini che protestano esasperati. Purtroppo finora si sono tollerate occupazioni abusive. “Ora ci sono norme chiare per sventarle: abbiamo previsto anche le intercettazioni telefoniche per questi reati”. Di Maio ha ricordato al Viminale che anche Casapound è tra gli abusivi. Di Maio – dice – non ha voce in capitolo al Viminale. La priorità va agli immobili pericolanti, quelli sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria e quelli con infiltrazioni della criminalità organizzata. Detto questo, un’occupazione abusiva è un’occupazione abusiva, punto. Ascoltiamo i consigli di tutti ma non prendiamo ordini da nessuno. M55 attacca la Lega dicendo anche che i campi rom li ha aperti Roberto Maroni. “Maroni non ha aperto nulla, per primo cominciò il censimento dei campi per capire chi abitava in questi ghetti dove non ci sono le minime condizioni di vivibilità, dove ci sono bambini che non vanno a scuola. Alcuni campi rom sono già stati chiusi, Camping River è la dimostrazione che se si vuole si può. Nel decreto sicurezza ci sono tutti gli strumenti”. Nel decreto sicurezza – aggiunge – ci sono norme sull’accattonaggio molesto, c’è il potenziamento delle ordinanze del sindaco, del daspo. Ci sono 2,7 miliardi di euro di investimenti. Il binomio polizia più poteri dei sindaci dà strumenti. Mi auguro che il sindaco di Roma li utilizzi.
“A Gallarate c’era un campo sinti da anni e grazie al decreto Salvini è stato totalmente sgomberato. È un problema complesso ma rispetto al passato ci sono gli strumenti. Se c’è la volontà politica si può agire”. Ma Roma non è Gallarate, di campi nomadi ce ne sono molti di più e più estesi. Sembra non ci sia una sponda Viminale-Campidoglio. Nel contratto di governo – spiega Molteni – abbiamo previsto la chiusura dei campi. E poi penso agli abbattimenti dei caseggiati dei Casamonica. Quel lavoro ha dimostrato un’importante sinergia tra ministero e amministrazione comunale. Sui campi rom serve il coraggio dimostrato con i Casamonica. “Sicuramente serve quel coraggio e mi permetto di dire che serve più coraggio rispetto a quanto avvenuto a Torre Maura. Sarà colpa della sindaca o colpa degli uffici ma credo non sia stata gestita bene quella vicenda. Tanto è vero che hanno dovuto fare dietrofront”. Servirebbe uno sforzo straordinario per la Capitale. Il sottosegretario rileva che c’è stato un aumento importante dell’assegnazione dei militari di Strade sicure. “Abbiamo sbloccato le assunzioni della Polizia locale e ottomila nuovi poliziotti. Evidentemente Roma che è una città importante avrà un presidio maggiore. Dopodiché serve anche buona volontà. Invito la sindaca ha utilizzare questi strumenti”. Per quanto riguarda invece il tempo che ci vorrà per vedere i campi rom definitivamente chiusi a Roma, il sottosegretario è molto chiaro. Noi – dice – ci prendiamo l’impegno di chiudere il maggior numero di campi da qui alla fine del mandato. “Il 50 per cento dei rom che sta in quel campi sono italiani: devono rispettare le nostre leggi e farci la cortesia di trovarsi una casa e un lavoro”, ha concluso Molteni.
(FOTO:Roberto Monaldo / LaPresse)
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