RICERCA DELLA CISL LAZIO SULLE CONDIZIONI DI VITA DELLE PERSONE DISABILI AI TEMPI DEL COVID
La Cisl del Lazio ha sviluppato una ricerca sulle condizioni di vita e di lavoro delle persone con disabilità ai tempi del Covid 19.
“Lo studio che si concluderà nel mese di gennaio -afferma in una nota il segretario generale della Cisl del Lazio, Enrico Coppotelli-, si è svolto nel periodo dal 5 ottobre al 6 novembre. Abbiamo posto alle persone con disabilità una serie di domande sulle informazioni anagrafiche, sul vissuto personale e sulla situazione lavorativa. Lo spaccato emerso dalle domande ci trascina in un mondo dove l’utilizzo della tecnologia, i servizi di assistenza ben fatti, il funzionamento corretto dei mezzi di trasporto può fare la differenza rendendo la vita di queste persone qualitativamente migliore. Infatti alcune delle domande riguardavano proprio la qualità della vita, l’assistenza e quali livelli di stress e disagio ha dovuto subire a causa della mancanza di servizi. In totale sono state poste 30 domande. Il campione di intervistati rappresenta Roma al 50 per cento, Il resto si divide al 28,6 per cento per la provincia di Roma ed il 22,2 per cento in altri comuni presso i quali abbiamo raggiunto i nostri collaboratori”.
Le risposte date “ci rivelano – continua Coppotelli- come più del 74 per cento delle persone con disabilità che lavorano sono molto preoccupate del proprio futuro ed il 47 per cento ha sofferto nel periodo emergenziale soprattutto per la mancanza di relazioni. Sul fronte dei sostegni dati dai datori di lavoro ai propri dipendenti disabili, risulta che un 13,3 per cento non ha fornito nessun sostegno, l’1,7 per cento ha fatto ricorso alla cassa integrazione, il 3,3 per cento alla Fis alternata, il 5 per cento ai permessi, l’8,3 per cento alla flessibilità oraria, il 28,3 per cento al telelavoro e il 40 per cento ha fatto ricorso allo smartworking”.
Sulla condizione di lavoro durante l’emergenza Covid “il 49,2 per cento la ritiene completamente adeguata, mentre un 40 per cento la riconosce come parzialmente adeguata e solo l’11,9 per cento formula un parere totalmente negativo”. Sul fronte dei rapporti tra colleghi “ben il 60,7 per cento dei soggetti – si legge anche nella nota- segna che i rapporti interpersonali si svolgono come al solito: anzi quasi il 18 per cento dichiara una maggiore capacità collaborativa con i colleghi. Molto bassa la percentuale di chi li dichiara inesistenti. Solo il 5,4 per cento. Risposta quasi unanime, invece, per quanto riguarda la strumentazione necessaria a svolgere il proprio lavoro. Circa il 90 per cento ha affermato di aver avuto tutto il necessario per lavorare. Ma è possibile apportare miglioramenti per il futuro? A questa domanda si è risposto in maniera variegata. Per il 29,3 per cento è necessario un uso maggiore delle Tecnologie di assistenza. Segue il potenziamento degli strumenti di lavoro con il 24,4 per cento rafforzato anche dal risultato dell’Ergonomia con il 17,1 per cento. Ritorna il tema della flessibilità degli orari con le pause che ottengono quasi il 20 per cento. Infine il 9,8 per cento è convinto che un miglioramento delle condizioni per il trasporto o mobilità potrebbero incidere positivamente sulle condizioni di lavoro”.