Sociale

PARROCCHIA SAN MARTINO I PAPA RACCOGLIE 2475 KG DI CIBO PER POVERI DELLA ZONA

Il Parroco di San Martino I Papa in zona San Giovanni a Roma ha raccolto 2475 chili di generi alimentari per i poveri della zona, grazie ai parrocchiani che hanno acquistato parte della spesa e la hanno donata ai volontari del centro Caritas parrocchiale alle casse del vicino supermercato.

Sono più che raddoppiati i chili di generi alimentari raccolti nel 2019, raggiungendo i 2475 chili. Lo scorso anno il parroco, assieme al gruppo dei volontari della Caritas della chiesa, avevano infatti già raccolto più di 1200 chili di alimenti. L’idea è nata da Don Antonio Pompili, che ha stipulato un accordo con il supermarket dietro l’angolo. Ogni mese i parrocchiani vengono avvisati della raccolta alimentare dei poveri e nel mini market possono acquistare alcuni generi alimentari segnalati dalla Caritas parrocchiale e lasciarli ai volontari vicini alle casse. Un pacco viveri viene consegnato ogni mercoledì alle persone in difficoltà della zona (una ventina di famiglie) che si recano al centro Caritas di San Martino I Papa. Un modo per aiutare, almeno in parte, i poveri della zona ma anche entrarci in relazione.

Così commenta Don Antonio Pompili parroco di San Martino I Papa: “Sento vere le parole che il Papa, Vescovo di Roma, ha scritto nella lettera apostolica Admirabile signum, firmata a Greccio, nella grotta del primo presepe della storia, realizzato da San Francesco. Il Papa nota infatti come nel presepe che prepariamo nelle nostre case (oltre che, auspica ed incoraggia il Santo Padre, “nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli ospedali, nelle carceri, nelle piazze… “) siamo soliti mettere statuine, e tra queste quelle dei poveri, che attorno a quella culla non stonano affatto e anzi stanno e pieno titolo essendo i “privilegiati” del mistero del Natale”. Quindi conclude: “Dal presepe, Gesù proclama, con mite potenza, l’appello alla condivisione con gli ultimi quale strada verso un mondo più umano e fraterno, dove nessuno sia escluso ed emarginato”.

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