UNINDUSTRIA SANITA’, “BENE I TAMPONI DA PRIVATI, MA SERVE PIU’ COLLABORAZIONE DALLA REGIONE”
La Regione Lazio consente alle strutture private di eseguire i tamponi molecolari. In una nota Antonio Vallone, presidente della sezione Sanità di Unindustria, e Luca Marino e Marco Longo, vicepresidenti, spiegano che “le nuove istruzioni operative della Regione Lazio per permettere che i laboratori privati si possano organizzare a questo cambio di passo (o forse ripensamento) sono arrivate oggi con indicazione di rispondere per dare la propria disponibilità entro i quattro giorni successivi. Siamo al 23 ottobre 2020, a 7 mesi e mezzo dall’inizio della pandemia, con un lockdown di ben due mesi alle spalle, ma di nuovo in una situazione emergenziale che sta già richiedendo misure restrittive pesanti in tutta la nazione. Si registrano contagi cinque volte superiori a quelli avuti nella fase uno – proseguono – e l’aumento della capacità di tracciamento sembra essere l’unica vera cartuccia da sparare per contenere l’avanzata del virus. La sanità privata, pronta anche questa volta a mettersi a disposizione dei cittadini, in realtà era pronta a organizzarsi 6 mesi fa, da quando tutta la categoria compatta ha fatto la prima dichiarazione in tal senso”.
“Mesi – sottolineano Vallone, Marino e Longo di Unindustria Sanità – che sarebbero stati preziosi per rodare e ottimizzare un sistema che oggi avrebbe funzionato perfettamente, un sistema che, insieme con quello pubblico, avrebbe impedito lo scempio dei drive in e tracciato da molto prima gli asintomatici. È bene ricordare che la sanità privata è sottoposta, giustamente, a stringenti processi autorizzativi da parte della Regione stessa per poter fornire i servizi che offre, a costanti controlli che verifichino la sussistenza dei requisiti, a procedure di accreditamento con il Servizio sanitario regionale per coadiuvare le strutture sanitarie pubbliche, garantendo, il più delle volte, prestazioni di eccellenza. Spiace sottolineare che, in questo momento surreale, sarebbe bastata una maggiore concertazione, programmazione e il giusto scambio tra due mondi – sanità pubblica e sanità privata – che erroneamente, o volutamente, sono stati descritti in contrapposizione. La sanità privata – conclude – è pronta a raccogliere l’invito della Regione Lazio anche questa volta, l’importante è avere chiaro che ora si sta richiedendo di intervenire d’urgenza (4 giorni per organizzarsi, 5 mila tamponi al giorno, risultati in 24 ore, 60 euro costo totale a carico del cittadino) per sostenere un sistema al collasso, quando, come successo in quasi tutte le altre Regioni, sarebbe bastato credere in una collaborazione.”