“TUTTO SULL’ADOLESCENZA”: IL VADEMECUM DELL’OSPEDALE BAMBINO GESÙ
‘Bambini piccoli-problemi piccoli, bambini grandi-problemi grandi’. L’adolescenza, come recita il proverbio, è uno dei momenti chiave della crescita: non solo di bambini e ragazzi, ma anche dei genitori che vivono in prima persona le diverse tappe dello sviluppo dei propri figli. È il tema affrontato nell’ultimo numero di ‘A Scuola di Salute’, il magazine digitale realizzato dall’Istituto Bambino Gesù per la Salute del Bambino e dell’Adolescente, diretto dal prof. Alberto Ugazio. All’interno si trovano indicazioni su argomenti di attualità come alcol, obesità, anoressia, piercing e tatuaggi. Le vaccinazioni non riguardano solo lattanti o bambini piccoli. Nel Piano Nazionale delle Vaccinazioni italiano (in linea con i programmi vaccinali internazionali) si suggerisce ai ragazzi il richiamo di vaccini già eseguiti nell’infanzia (tetano, difterite, poliomelite e pertosse), il cui effetto protettivo può ridursi nel tempo. In particolare, il richiamo della pertosse è importante anche per ridurne la diffusione e proteggere indirettamente i neonati, che rappresentano il gruppo di età più a rischio. In adolescenza è raccomandata la vaccinazione antimeningococcica di richiamo con un vaccino quadrivalente. Un’unica dose protegge dai ceppi di tipo A, C, Y e W135. Inoltre, prima dell’inizio dell’attività sessuale è consigliata la vaccinazione anche contro il gruppo dei papilloma virus, che causano tumori come il cancro della cervice uterina (prima causa di tumore tra le donne), il cancro anale e peri-anale e larga parte dei tumori della vagina e del pene. In adolescenza anche l’acne giovanile può creare problemi, riflettendosi sul rapporto con genitori o coetanei, fino al completo isolamento. L’acne giovanile, spiegano gli esperti dell’Ospedale della Santa Sede, è dovuta a uno stimolo delle ghiandole sebacee (ghiandole di dimensioni microscopiche presenti sulla pelle) da parte degli androgeni, ormoni maschili presenti in entrambi i sessi. Nonostante la sua benignità, l’acne comporta disagi estetici con ripercussioni psicologiche importanti. La gestione terapeutica dell’acne è complessa ed è bene capire subito se è l’adolescente stesso a volerla curare oppure se a richiederlo sono soltanto i suoi genitori. Il successo della terapia è legato ad alcuni aspetti, tra cui la durata e la regolarità con cui effettuare il trattamento (per debellare un’acne possono volerci anche degli anni e quindi serve costanza). Il camouflage può combattere il disagio psicologico legato all’aspetto estetico. Si tratta di un trucco eseguito sotto consiglio medico e che copre in modo transitorio alcuni inestetismi cutanei come appunto l’acne. Come nell’infanzia anche gli adolescenti avvertono spesso il bisogno di essere rassicurati dai genitori. In questo periodo della vita possono manifestarsi frequenti difficoltà nel parlare oppure nell’incontrare persone nuove, nonché un forte rifiuto di andare a scuola. Cosa può fare il genitore? Senz’altro rassicurare: il modo con cui si vivrà l’ansia del figlio farà la differenza. Per ogni approfondimento andrà consultato il pediatra di base, che a sua volta valuterà l’opportunità di predisporre una visita neuropsichiatrica. In questo caso niente paura: la maggior parte delle volte il problema si risolve e ad oggi il trattamento più efficace resta la psicoterapia cognitivo-comportamentale. Smartphone e tablet, soprattutto per le nuove generazioni rappresentano un modo ‘easy’ per esprimersi nella società. Di recente, tuttavia, l’Osservatorio Nazionale Adolescenza ha condotto una ricerca sulla dipendenza creata dal loro utilizzo ed è stato dimostrato come la sovraesposizione sotto i 12 d’età anni possa causare gravi conseguenze per lo sviluppo del bambino. E’ stato calcolato che il 98% dei ragazzi tra i 14 e i 19 anni possiede uno smartphone già a partire dai 10 anni d’età. Inoltre 3 adolescenti su 10 hanno utilizzato dispositivi di questo genere ben prima dei 12 anni. Maggiore possibilità di sviluppare disturbi psicopatologici come depressione infantile e ansia, aumento dell’impulsività e diminuzione della capacità di autocontrollo, sono solo alcuni dei rischi che si possono correre in caso di utilizzo precoce. Il pericolo scende se i dispositivi si utilizzano sopra i 12 anni, ovvero quando inizia lo sviluppo cerebrale della corteccia pre-frontale che controlla gli impulsi e la consapevolezza delle conseguenze delle azioni proprie e degli altri. Per gli esperti del Bambino Gesù, quindi, sarebbe meglio utilizzare solo alcune app dedicate all’infanzia e gli e-book, così da educare all’utilizzo con gradualità. Nell’attesa che arrivi l’adolescenza. Nel corso dell’adolescenza, anche se di rado, ci si può ammalare di tumore: una condizione che blocca lo sviluppo naturale e che porta a stare lontani dai banchi di scuola, in media, almeno 7 mesi tra ospedalizzazioni, dimissioni, controlli ambulatoriali e visite specialistiche. Ogni anno il Bambino Gesù accoglie circa 70 ragazzi e ragazze di età compresa tra i 12 e i 18 anni, colpiti da questo tipo di patologie. La differenza tra il ‘prima’ e il ‘dopo’ le cure può attenuarsi grazie alla domiciliazione scolastica, un progetto integrato tra distretto scolastico e ospedale a supporto degli insegnanti durante il ricovero e a casa. Il ragazzo potrà riannodare i fili della sua vita anche in caso di malattie con percorso complicato, quando il rientro potrebbe rivelarsi più traumatico a causa di possibili trasformazioni fisiche, ansie o depressioni originate dalla malattia. L’impatto psicologico che ne deriva, concludono gli esperti del Bambino Gesù, colpisce anche i compagni di classe e gli insegnanti del ragazzo ammalato: sarà importante aiutarli con un’informazione adeguata attraverso vari incontri con oncologi e psicologi che hanno in cura il paziente.