Fatti di Roma

TRA RIMANDI ED INCERTEZZE FINALMENTE APRE IL CENTRO COMMERCIALE HAPPIO

Happio


Anche se i lavori non sono del tutto completati, finalmente, oggi apre il nuovo centro polifunzionale Happio. Un progetto che vede il suo esordio nel 1987, quasi trent’anni fa, con il primo atto di delibera della giunta Signorello.

Fu Rutelli a dar forma all’idea, ed in seguito Veltroni e Alemanno ad accelerare le cose. La nuova struttura interna, quella d’acciaio cemento armato e vetri, è quasi completata e il centro può partire. I due edifici sull’Appia, invece, che formavano l’ingresso del vecchio deposito Stafer, sono soltanto ripuliti esternamente, ma mancano completamente delle strutture interne. Sono, ci auguriamo per poco, due grandi contenitori vuoti.

Di annunci e promesse, in questi lunghi anni, ce ne sono stati tanti, e non si capisce come mai ancora l’opera sia incompiuta. Così, mai scelta fu più appropriata, il simbolo della struttura è la lumaca. Soltanto autoironia o piena consapevolezza dagli addetti ai lavori? Chissà! Inizialmente l’idea era di trasformare il vecchio deposito dei tranvetti azzurri all’Alberone, quelli che collegavano Stazione Termini con Capannelle lungo l’Appia, ma già dismesso negli anni Ottanta, in uno spazio da adibire al mercato dei banchi ortofrutticoli di via Capponi. Un’idea per riqualificare la zona, e stemperare i disagi che conseguono dal mercato in strada. Non sono mancate le inevitabili divisioni tra gli abitanti del quartiere, e tra gli stessi bancaroli. Tra chi vedeva il rilancio della vivibilità delle strade e delle attività commerciali, e chi invece contestava l’idea, l’opera ed anche l’impatto sul traffico locale. Nel tempo, tra dubbi incertezze e ricorsi al Tar, l’opera è così lievitata passando da un mercato coperto di 10 mila metri quadrati, ad un vero e proprio centro commerciale, con annessi servizi e spazi pubblici. Più volte il progetto è stato cambiato, ed i lavori avviati nel 2001 e poi interrotti, ora si avviano alla conclusione.

Dell’intera struttura, resterà di proprietà del Comune soltanto una parte – circa 3700 metri quadrati – mentre la parte restante sarà messa a reddito dalla cordata di imprenditori, che sta realizzando i lavori, guidata da Barbara Mezzaroma. Il municipio ha sempre dichiarato di esser stato tenuto all’oscuro sull’andamento dei lavori, tant’è che maggioranza ed opposizione concordano su un punto: scarso coinvolgimento da parte dei costruttori nel percorso di realizzazione dell’opera. Fattore questo che ha reso incerta la predisposizione degli storici esercenti, del mercato dell’Alberone, a spostarsi in una struttura che concepita come mercato, si è poi evoluta in centro commerciale.

Inquietudine e preoccupazione serpeggia anche fra i piccoli commercianti di via Appia e strade adiacenti, poiché ritengono che i negozi e le griffe del centro commerciale possano assottigliare ulteriormente i loro guadagni. Infine un’altra grande preoccupazione, di tutti gli abitanti del quartiere, è l’impatto sul traffico, visto che i presunti 400 posti auto preannunciati sembrano effettivamente pochi. Per il momento una sola verità, nell’incertezza dei lavori ancora incompleti, il mercato dell’Alberone è rimasto nell’omonima piazzetta. Forse, un giorno, troverà collocazione in quello che un tempo era stato progettato come la sua unica destinazione.

Alfonso Benevento

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